Fatti di Roma

TEST INVALSI; LE PROTESTE DI COBAS E MOVIMENTO STUDENTESCO

Invalsi


Cobas in piazza
a Roma davanti al Ministero della Pubblica Istruzione e nelle scuole insieme agli studenti, imbavagliati di bianco con una X disegnata a ricordare le temute crocette dell’ Invalsi.

Il test Invalsi (Istituto Nazionale Valutazione Sistema Istruzione) che dal 2007 si somministra a titolo valutativo in II e V elementare e II superiore mentre in terza media rappresenta un vero e proprio esame finale, anche quest’anno ha suscitato proteste e flash mob al grido di “valutati non schedati”.

L’obiettivo delle prove di italiano e matematica somministrate è quello di valutare il grado di  preparazione degli studenti su parametri oggettivi ma Piero Bernocchi, portavoce Cobas, sostiene che “sviliscono la didattica trasformando le logiche scolastiche in logiche manageriali” e dunque  il sindacato ha indetto giornate di sciopero coinvolgendo anche il personale ATA per boicottare i test.

Il mondo della scuola però è spaccato perchè molti presidi sono invece favorevoli, come sostiene Mario Rusconi, presidente ANP (associazione nazionale presidi) “essere contrari a questo tipo di valutazione -dice- equivale a prendersela con il termometro se segna la febbre. La valutazione Invalsi è positiva anche se vanno apportate delle correzioni. Nel Regno Unito questo tipo di valutazione esiste dal 1962 ed ha portato esiti positivi”.

Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione Studenti invece sostiene che “è un meccanismo di valutazione escludente ed ingiusto che favorisce la competizione, svilisce la didattica rendendola un bagaglio di nozioni e non tiene conto delle condizioni socioeconomiche dei ragazzi. Tutto ciò con una spesa improponibile di 16 milioni di euro. Inoltre nel nuovo DEF 2014 i test verranno utilizzati anche per la revisione dei contratti di insegnanti e dirigenti scolastici”

La presidente dell’Istituto di Valutazione, Anna Maria Ajello, ribatte a proposito della presunta valutazione dei docenti  che “chi sostiene che i test servano a valutare gli insegnanti produce inutile inasprirsi delle situazioni, perchè i test servono soltanto a valutare le competenze dei ragazzi e sono uno strumento in più per gli insegnanti, che hanno una funzione sociale importantissima”.

In realtà uno dei problemi dell’Invalsi, a detta del sociologo Luca Ricolfi, consiste nell’irregolarità della somministrazione da parte dei docenti, che appaiono più “tolleranti” al sud piuttosto che al nord Italia, non consentendo una omogeneità di valutazione delle prestazioni: meglio sarebbe far gestire i test da personale Invalsi, dunque esterno alla scuola.

Intanto però il boicottaggio dell’Invalsi da parte degli studenti delle Superiori corre sui social network, dove impazzano foto del test con risposte satiriche, disegnini e commenti: ne stralciamo una a caso, che alla richiesta di “non girare il foglio fin quando non sarà detto di farlo”, risponde ricordando Harry Potter “ Dobby non ha padroni, Dobby è un elfo libero” e  invece sulla richiesta di segnalare il sesso F o M “ sono in un periodo di transizione”, con evidente riferimento alle polemiche di genere.

Forse gli studenti italiani difettano nella voglia di studiare ed essere valutati, ma certamente non mancano di fantasia.

Daniela Pieri

 

 

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