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SOCIALE; DA XXV CONGRESSO ACLI ROMA BORZÌ LANCIA QUATTRO PROPOSTE PER FUTURO GOVERNO CITTÀ

Acli


Le elezioni per il rinnovo delle cariche per le Acli di Roma e provincia si sono svolte oggi al Santuario del Divino Amore. Erano presenti: FRANCO GABRIELLI, Prefetto di Roma, Mons. ENRICO FEROCI, direttore della Caritas diocesana di Roma, PAOLO CIANI, responsabile della Comunità di Sant’Egidio per Roma, MARIO BERTONE, reggente della Cisl di Roma e Rieti, CLAUDIO DI BERARDINO, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, ALBERTO CIVICA, segretario della UIL Roma e Lazio. Hanno portato i loro saluti anche i due candidati a sindaco di Roma ROBERTO GIACHETTI e ALFIO MARCHINI.

Il sistema Acli di Roma conta su oltre 40.000 soci e ogni anno accoglie ed assiste oltre 80.000 cittadini, di cui 10.000 immigrati. Uno dei dati che colpisce di più è quello che solo dal 1 gennaio al 1 marzo 2016, il 4,22% degli utenti si sono rivolte al Caf ACLI Roma per servizi di aiuto con Caritas (l’ISEE serve, ad esempio, per avere diritti alla tessera per l’Emporio della solidarietà dove si fa la spesa gratis), a conferma di quel 4% di cittadini romani che vivono in povertà estrema.

In tale contesto spicca Il Pane A Chi Serve 2.0, un progetto in cui le ACLI di Roma “aiutano chi aiuta”, fungendo da moltiplicatori di solidarietà, andando a prendere il pane dai 34 forni aderenti nei Municipi I, III, IV, VIII (presto anche X, XII) e consegnandolo alle associazioni che sfamano gli indigenti, come Caritas e Sant’Egidio. Il progetto ha tra i suoi obiettivi: ridurre lo spreco (recuperati oltre 40.000 kg di pane invenduto nell’ultimo anno), contrastare le povertà, educare al recupero e costruire legami solidali nella comunità.

In occasione del suo intervento programmatico Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma, ha messo in evidenza che “lavoro e solidarietà devono rappresentare i vettori capaci di veicolare i diritti di cittadinanza, la partecipazione, la sussidiarietà, la coesione, da cui ripartire per ridare speranza ad una città molto provata. Due diritti costituzionali che oggi, paradossalmente, rischiano di trasformarsi in privilegi alla luce della disoccupazione/inoccupazione dilagante da una parte, e delle crescenti diseguaglianze sociali dall’altra”.

La Borzì ha poi aggiunto che “le politiche sociali devono essere considerate politiche di sviluppo trasversali, crocevia di tutte le altre politiche, e in tale contesto bisogna rimettere al centro la co-progettazione degli interventi sociali (già molti municipi virtuosi lo fanno) attraverso i tavoli partecipati con il Terzo Settore protagonista”.

Dalla presidente delle Acli di Roma arrivano anche alcune proposte per il futuro governo della città: una forte alleanza per il lavoro, la creazione di una delega ad hoc per giovani e lavoro nell’ambito della giunta capitolina, la nascita di un albo delle buone pratiche sociali in base alle eccellenze e alle specificità di ciascuna organizzazione al fine di evitare le sovrapposizioni e favorire la complementarietà della rete. Infine, ma non meno importante, la Borzì propone la nascita di centri territoriali per il bene comune in cui più organizzatori con talenti e competenze complementari, con il coordinamento del municipio di competenza, diano vita ad un progetto partecipato che miri a rispondere a tutto tondo a specifici bisogni rilevati nel territorio.

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