ROMA È FRA LE CITTÀ PIÙ INQUINATE DI EUROPA
Fa tappa a Roma la campagna “Clean Cities: ripartiamo dalle città” di Legambiente, la campagna che intende promuovere una nuova mobilità urbana cercando di spingere i processi politici locali verso misure di mobilità sostenibile e presenta la Pagella della Città, delle performance locali sui principali indicatori urbani relativi a ciclabilità, mobilità elettrica, sicurezza e inquinamento atmosferico. I numeri emersi raccontano, ancora una volta, una città con alti costi sanitari e sociali legati al traffico e al suo inquinamento.
Con 62 automobili su 100 abitanti, il tasso di motorizzazione automobilistica di Roma è tra i più alti d’Italia e d’Europa, tra il 50 e il 100 per cento in più rispetto a Madrid, Parigi, Amsterdam e Berlino. Sono 15.919 i feriti dovuti ad incidenti stradali (6 per ogni mille abitanti l’anno). L’inquinamento atmosferico, con 26 microgrammi/m3 di PM10 nel 2020, supera il valore limite indicato dall’OMS (20 secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità), anche nel 2020, anno in cui si è viaggiato poco ma a Roma, quando è stato possibile, lo si è fatto praticamente solo in automobile e la Capitale è ancora tra le città italiane ed europee più inquinate, nonostante la vicinanza al mare e la conseguente buona ventilazione contribuisca al continuo ricambio.
Le conseguenze si riflettono sui costi sanitari e sociali dell’inquinamento (perdita di anni di vita, ricoveri ospedalieri, giornate di lavoro): in percentuale il 4,3 per cento del Pil pro capite è speso per pagare i costi dell’inquinamento, come valutato da un recente studio europeo sull’inquinamento commissionato dall’EPHA a CE Delf. A questi costi, nel 2020, si sono aggiunti quelli catastrofici dell’epidemia Covid19. Ed è noto che l’inquinamento, come il Covid, è ragione di aumento delle co-morbilità e di accorciamento della durata della vita.
“A Roma i numeri sono sconfortanti, un tasso di motorizzazione tra i più alti d’Europa, troppo inquinamento ed incidenti, con costi sanitari e sociali alle stelle – dichiara in una nota Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – e dal Campidoglio solo annunci o risposte del tutto insufficienti. Nel futuro a Roma bisogna mettere l’ambiente al centro per restituire alla città la sua bellezza, accorciare le distanze tra i quartieri, le periferie e le persone. Ci sono progetti e di cambiamento e sviluppo in chiave di mobilità sostenibile, in grado di cancellare i disastri odierni e le enormi problematiche del trasporto pubblico: una poderosa cura del ferro, la pedonalizzazione completa del Colosseo, il progetto Metrovia, ma anche le pedonalizzazioni diffuse da Piazza Sempione a Piazza Fiume, i percorsi ciclopedonali tra tutti i parchi e il verde di Roma, il Grab. Nel traffico privato, bisogna fermare subito gli ‘euro4’ diesel e nel Trasporto Pubblico va per completato il PUMS di città metropolitana con obiettivi di decarbonizzazione concreti e stringenti, perché il trasporto pubblico in futuro sia completamente elettrico, come promesso entro il 2030 da città quali Torino, Milano e Bergamo”.
Secondo i dati della Pagella di Legambiente, con 254 km, l’estensione di piste ciclabili è modesta (studi PUMS) tenendo conto dell’estensione del Comune di Roma, e quindi è insufficiente l’implementazione nel 2020 (25,2 nuovi km): l’associazione pone come obiettivo 1.000 km di ciclabili entro il 2030 nell’area metropolitana (obiettivo posto a Bologna, con un quarto della popolazione e un terzo della superficie rispetto a Roma).
Annunciato il piano per le prime strade “30 all’ora” (già da 2 anni) e la limitazione della velocità sulle strade urbane, che però non è ancora avviato. Con le riforme al Codice della strada introdotte nel 2020, le strade urbane a 30 all’ora saranno la norma, come la condivisione delle careggiata stradale con biciclette e monopattini, le strade e le corsie a priorità ciclabile. Per ragioni di sicurezza e per ridurre gli spostamenti con i mezzi motorizzati (inquinamento), la grave situazione ambientale e sanitaria impongono l’urgenza degli interventi che però non arrivano.
Insufficiente l’offerta dei mezzi pubblici, al disotto dell’offerta delle città europee e delle necessità di una città che alterna zone di alta densità abitativa, con aree e quartieri isolati e lontani dal centro città, basti pensare a quel milione di abitanti residente fuori dal Gra e una sola metro incompiuta che esce fuori dal Raccordo. Bassa l’offerta di servizi di sharing mobility, in rapida crescita monopattini, e-bike, scooter elettrici, e servizi di car sharing ma pressoché tutti concentrati nel solo centro. Tel e sharing mobilità dei prossimi anni deve aumentare o arrivare nelle periferie e nei comuni della città metropolitana.