Fatti di Roma

ROM, IL RISCATTO DI MIHAI TRA STUDIO, SPORT E CINEMA.

Roma rom


Inizia il nostro viaggio in un mondo sommerso, tra sogni e speranze nutrite dalla grande fame di riscatto sociale, step precedente ad un’integrazione tanto acclamata, ma poco concretizzata, ci riferiamo al mondo Rom.

Pseudo-nomadi, ma stanziati nel nostro territorio da tre generazioni. Sono ragazzi che vivono con i nostri figli, frequentano le stesse scuole studiando la stessa storia, quella storia che narra di sangue e di battaglie per conquistare una democrazia che ha consentito di scrivere una Costituzione, in particolare quel celebre Art.3, “l’articolo dell’uguaglianza”.

In un secolo, dove i muri divisori dovrebbero essere solo un triste ricordo, si continua a ghettizzare intere etnie e semplici famiglie. Ecco che la parola integrazione perde di significato, se si considera quel giovane rom “integrato” e al tempo stesso gli si chieda di restare nel suo campo, oltre il Grande Raccordo, senza efficienti mezzi di trasporto e lontano da ogni realtà sociale.

Il mio viaggio inizia dalla periferia nord della Capitale, alle spalle dei noti “quartieri per bene” come Parioli e il Fleming, lungo le sponde del Tevere, a pochi chilometri dai prestigiosi circoli dei canottieri, ecco il Camping River, al ridosso della via Tiberina, a mio parere il campo Rom con la miglior gestione tra i sette campi Rom attrezzati di Roma.

È in questo “campeggio” che scopro un folla di bambini e adolescenti, gioiosi e sorridenti, ma con quelle espressioni di gente vissuta, con la scaltrezza che li caratterizza, si respira “fame di normalità”.

La mia indagine non mirerà nel mucchio, non voglio considerare questi ragazzi un insieme di numeri, ma vi racconterò di volta in volta di chi con tanta fatica,sgomita, per emergere da un mare tempestoso con un volto e un nome: Miahi, inizio da lui, 14 anni, al primo  anno di scuola professionale Alberghiera, dopo aver concluso le scuole medie con la media del 7, stimato e coccolato dai suoi insegnanti.

Mihai da tre anni è inserito nel progetto dell’Associazione Ercolini, con la quale pratica sport, riveste il ruolo di capitano nella squadra di calcio, e viene sostenuto nelle attività di dopo scuola. Il piccolo campione stupisce tutti i volontari per la sua simpatia, educazione e solarità, lo contraddistingue il suo sorriso.

Dallo scorso anno ha intrapreso anche il percorso cinematografico, iniziato come un gioco, infatti si appresta a terminare un film documentario sulla storia dell’associazione sopra citata “Gli Ercolini siamo noi” del regista Giacomo Del Buono, e inizierà a breve le riprese del cortometraggio “I giorni dell’altalena”, diretto da Giuseppe Sagnelli, nei ruoli di coprotagonista accanto al noto attore Giobbe Covatta.

Una vita impegnata, dove il vuoto creato da una società sempre più ostile viene colmata dai tanti impegni, e inseguendo i numerosi sogni. Gli episodi di discriminazione anche nei confronti di Mihai non mancano, in particolare lo scorso mese, quando venne prese a bastonate insieme ad altri due coetanei da una signora, mentre attendevano l’arrivo del loro mister, seduti in un parco pubblico, con l’unico movente di essere uno “zingaro..e sicuramente stavano per organizzare un furto..”, questa la giustificazione della temeraria giustiziera all’arrivo dei carabinieri.

È assurdo e pure del tutto reale. Mihai e i suoi compagni non si perdono d’animo, a testa alta non perdono di vista i nuovi obbiettivi che la vira di volta in volta gli presenta. Forza Miahai, non sarai solo nella partita della vita!

Salvatore Paddeu

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