Dal Campidoglio

RAGGI SU ATAC: “PRIVATIZZARE NON È LA SOLUZIONE”

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“Per effetto di politiche sciagurate che negli anni hanno creato un debito di oltre oltre 1 miliardo, Atac rischiava il fallimento, noi la salveremo mantenendola saldamente in mano pubblica”. È quanto ha dichiarato la sindaca di Roma Virginia Raggi in aula Giulio Cesare durante la seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina dedicata alla crisi di Atac.

“Salveremo il servizio – ha proseguito Raggi – e migliaia di posti di lavoro. Lo strumento scelto è il concordato preventivo in continuità. Per noi privatizzare non è un’alternativa né una soluzione, perché significherebbe svendere l’azienda. Chiediamo quindi, con forza, guardando negli occhi i cittadini e i lavoratori, di sostenerci perché il nostro obiettivo è quello di fare rimanere pubblica Atac e di rilanciarla. Vogliamo mantenere i livelli occupazionali, i lavoratori onesti non hanno nulla da temere, mentre non saranno più tollerate posizioni di rendita: come abbiamo dimostrato con i licenziamenti per parentopoli non facciamo sconti a nessuno”.

“Il bilancio 2016 – ha detto ancora la sindaca – per quanto ci viene detto dai vertici della società potrebbe chiudersi con un patrimonio netto negativo. Una situazione spaventosa che chiama tutti a un’assunzione di responsabilità e mi permetto di dire forse alcuni più di altri: a chi ha avuto il compito di gestirla e non ha vigilato sugli aspetti operativi e finanziari e infine noi che siamo chiamati a trovare una soluzione. Potremmo rifinanziare la società avallando l’ennesimo spreco di risorse pubbliche, senza cambiare nulla, magari a fronte di facili consensi e ritorni elettorali e invece no: abbiamo messo le mani nel disastro ereditato. Perché noi abbiamo voluto scoperchiare senza paura e una volta per tutte il rapporto malato tra il comune di Roma e Atac, tra la politica e le società partecipate che nel tempo si sono trasformate in bancomat della politica”.

Secondo Raggi, quindi “privatizzare Atac non è la soluzione: molti di quelli che in passato hanno avversato questa ipotesi, oggi sono i primi a raccogliere le firme. Evviva la coerenza! Cambiare idea è legittimo, ma non quando si ha una visione chiara delle cose in base a un programma”.

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