Fatti di Roma

PER PROTESTA GLI ARTISTI CANCELLANO LE OPERE DAL MERCATO DI PRIMA VALLE

“No dai vi prego la Volpe non cancellatela”, dice disperata una signora del quartiere, ma l’azione dimostrativa è ormai cominciata. Una larga banda di vernice grigia già percorre tutte e quattro le mura esterne del mercato rionale Primavalle I, cancellando, con un colpo di pennello, le oltre 20 opere di street art che altrettanti autori realizzarono nel 2016. Sopra la scritta blu “Gli artisti si dissociano dal mercato e dalla città della prepotenza”. A depennare le vecchie opere, infatti, ci hanno pensato proprio quelli che quattro anni fa le avevano dipinte. Un atto semplice, ma simbolicamente dirompente per protestare contro l’amministrazione del municipio XIV, guidata dal pentastellato Alfredo Campagna, colpevole – secondo il racconto di chi protesta – di un progetto di riqualificazione “calato dall’alto” e di un cantiere che potrebbe far fallire i pochi operatori rimasti all’interno del mercato. “Nel2016 volevamo contribuire a rivitalizzare questo posto, c’era allora la speranza di una rinascita, ma dopo quello che hanno fatto a Yuliya (titolare del bar all’interno del mercato ndr) abbiamo capito che l’amministrazione ha deciso di trasformare questo luogo in un posto di abuso e prepotenza, dunque le nostre opere non possono più farne parte”, spiega Luis Gomez, street artist di fama internazionale tra i tanti ad aver dipinto sulle mura del mercato ed oggi in prima linea nella “cancellazione”. “Già allora – aggiunge – eravamo consapevoli di come l’arte può contribuire a sollevare un po’lo spirito, a dare quel sovrappiù di anima, ma poi per riqualificare servivano e servono cose molto più concrete, serve l’intervento dell’amministrazione, ma francamente non pensavamo che quell’azione potesse tradursi in un atto di prepotenza”. Ma che cos’è successo per indignare così tanto artisti e residenti che oggi hanno partecipato alla protesta? Urge fare un passo indietro.

Il mercato Primavalle versa da anni in uno stato di parziale abbandono. Dei 52 banchi presenti solo 3 sono utilizzati: un bar e due banchi di frutta e verdura. Negli anni passati però anche grazie a un ristorante con prezzi sociali gestito dai pochi operatori rimasti lo spazio era diventato un luogo di aggregazione per il quartiere. Proprio per questo nel 2016 gli street artist scelsero il mercato per il progetto “Invisibile” che fino ad oggi ne aveva colorato le mura. Anche l’amministrazione M5s del municipio aveva deciso di occuparsi della vicenda: 300mila euro di lavori per inserire all’interno uno sportello anagrafico del municipio, rimuovere due banchi dallo spazio centrale, realizzare bagni a norma e una nuova cucina (quella utilizzata fino ad allora era abusiva) d’assegnare poi ad un’associazione per garantire pasti sociali ai residenti di Primavalle. I lavori sono iniziati ad aprile del 2018. “Dovevano durare sei mesi, invece sono andati avanti un anno”, spiega Massimo C., 62anni, ex concessionario di un alimentari all’interno del mercato. Ex perché da alcuni mesi dopo l’inizio di quei lavori Massimo ha rinunciato alla licenza. “Avevamo chiesto anche vista la protrazione dei lavori di sospendere le licenze fino alla fine del cantiere, in modo da non aprire e non pagare i canoni, perché con il cantiere e la polvere non veniva più nessuno. Ci hanno detto che i regolamenti lo vietano e così ho rinunciato alla licenza”. Non solo. Secondo Massimo e gli altri operatori presenti le cose non sono andate come previsto. “L’ufficio del municipio – spiegano – è stato aperto qualche mese ed era sempre frequentatissimo, poi non si sa perché è stato chiuso, mentre il nuovo locale cucina è stato fatto troppo piccolo e così continua a non essere a norma”.  Adesso il municipio si appresta a fare un nuovo intervento, questa volta spendendo più del  triplo: un milione di euro per un progetto di cui si sa soltanto che i banchi saranno allargati (con aumento dei canoni) e ridotti da 52 a 16. Ed è proprio questo progetto, paradossalmente, l’origine delle proteste di oggi.

I lavori sono stati affidati dal Municipio XIV alla ditta Lama costruzioni Srl e dovevano partire lunedì, ma la consegna del cantiere si è trasformata in una zuffa tra l’assessore ai Lavori pubblici e vicepresidente del Municipio Michele Menna e la titolare del bar, la 44enne Yulya N. con tanto di minacce di sgombero e segnalazione alla polizia municipale e alla Digos. Ma perché la titolare del bar non ha voluto lasciare il suo esercizio? Se alle due frutterie per tutta la durata dei lavori è stata data l’opzione alternativa di allestire i banchi all’esterno del mercato, a lei il municipio non ha fatto sapere nulla, neanche in merito ad un’eventuale sospensione della licenza. “Senza essere precedentemente informata – racconta– il 7 luglio ho ricevuto una mail in cui mi si chiedeva entro 4 giorni di svuotare il banco da tutto, macchinari, frigoriferi e scorte, e andarmene, tutto a spese mie e senza una soluzione alternativa. L’assessore – aggiunge – non ha neanche saputo dirmi quanto dureranno i lavori, pensare che avevo scritto al municipio dopo il lockdown per sapere se aveva senso fornire di nuovo il bar, ma nessuno mi ha mai risposto”. Anche quali siano i dettagli del progetto, in realtà, ancora non è chiaro, come denuncia il presidente della commissione Trasparenza del Municipio, il dem Julian Colabello, anche lui presente alla protesta di questa mattina: “Ho fatto più volte accesso agli atti senza ricevere risposta eppure il 13 doveva esserci la consegna del cantiere, l’amministrazione è riuscita nel miracolo di imporre una riqualificazione senza minimamente confrontarsi con il quartiere e gli operatori: con molti meno soldi e più ascolto poteva essere realizzato un progetto davvero in grado di rilanciare il mercato”.

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