PER LA PRIMA VOLTA IN VATICANO IL COMITATO ESECUTIVO DEL CONGRESSO EBRAICO MONDIALE
Si è svolta stamane nell’Aula del Sinodo, in Vaticano, la riunione il Comitato Esecutivo del World Jewish Congress (Congresso ebraico mondiale). Durante la sessione è stato presentato un memorandum che vuole riaffermare i profondi legami tra ebrei e cattolici.
Per decenni, e soprattutto dopo l’adozione da parte del Concilio Vaticano II della Dichiarazione Nostra Aetate, il World Jewish Congress è stato in prima linea nel forgiare migliori relazioni tra l’ebraismo mondiale e la Chiesa cattolica, compiendo grandi passi in avanti nell’aumentare la comprensione e nel risolvere le differenze tra i popoli. Alla riunione del Comitato esecutivo – una “prima volta” per qualsiasi organizzazione ebraica nella Città del Vaticano – erano previsti gli interventi del presidente del Wjc, Ronald Lauder, del cardinale Kurt Koch e della presidente dell’Ucei Noemi Di Segni.
I partecipanti sono stati anche ricevuti in udienza da Papa Francesco: “Alla luce dell’eredità religiosa che condividiamo – ha detto il Pontefice -, guardiamo al presente come a una sfida che ci accomuna, come a un’esortazione ad agire insieme. Alle nostre due comunità di fede è affidato il compito di lavorare per rendere il mondo più fraterno, lottando contro le disuguaglianze e promuovendo una maggiore giustizia, affinché la pace non rimanga una promessa dell’altro mondo, ma sia già realtà in questo. Sì, la strada della pacifica convivenza comincia dalla giustizia che, insieme alla verità, all’amore e alla libertà, è una delle condizioni fondamentali per una pace duratura nel mondo (cfr Giovanni XXIII, Pacem in terris)”, ha proseguito.
“Quanti esseri umani, creati a immagine e somiglianza di Dio, sono sfigurati nella loro dignità, a causa di un’ingiustizia che lacera il pianeta e rappresenta la causa soggiacente a tanti conflitti, la palude in cui ristagnano guerre e violenze!”, ha aggiunto. Secondo il Pontefice, “Colui che tutto ha creato secondo ordine e armonia ci invita a bonificare questa palude di ingiustizia che affossa la convivenza fraterna nel mondo, tanto quanto le devastazioni ambientali compromettono la salute della terra. Iniziative comuni e concrete volte a promuovere la giustizia richiedono coraggio, collaborazione e creatività”. “E beneficiano grandemente della fede, della capacità di riporre la fiducia nell’Altissimo e di lasciarsi guidare da Lui, piuttosto che da meri interessi terreni, che sono sempre immediati e non lungimiranti, particolari e incapaci di abbracciare l’insieme”, ha concluso.
Durante l’udienza, il Papa ha tra l’altro ringraziato l’ambasciatore Lauder per il suo indirizzo di saluto, aggiungendo: “Questa visita testimonia e rinsalda i legami di amicizia che ci uniscono: sin dal Concilio Vaticano II, la vostra organizzazione dialoga con la Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo e da anni organizza convegni di grande interesse”.