PER IL BANCO ALIMENTARE +40% DI POVERI NEL LAZIO ENTRO UN ANNO
Quando l’emergenza sanitaria sarà finita, e le imprese commerciali e industriali riprenderanno a operare, a Roma e nel Lazio potrà esserci un 40 per cento in più di nuovi poveri “a un anno” dalla fine del blocco delle attività.
Lo spiega ad Agenzia Nova Giuliano Visconti, presidente del Banco alimentare del Lazio. Si tratta di una stima sulla base di quanto già avvenuto nel 2008, quando la crisi economica ha causato la chiusura di molte aziende e di conseguenza la perdita di numerosi posti di lavoro. Nei primi mesi della post emergenza l’incremento immediato di nuovi indigenti potrà essere tra il 10 e il 20 per cento, ma nel tempo di un anno la percentuale potrà superare la soglia del 40. Per questo è necessario adottare provvedimenti di sostegno agli indigenti “a breve, entro la seconda parte dell’anno – sottolinea Visconti – e le misure andranno prese a livello europeo. Si dovrà rifinanziare il programma di aiuto alimentare all’indigenza, il cosiddetto Fead, ma avremo bisogno anche dell’attivazione di fondi nazionali, come è stato fatto in passato, per l’acquisto di prodotti alimentari destinati a famiglie povere o in stato di difficoltà”. L’onda lunga di questa crisi è già evidente. In queste prime settimane di marzo, infatti, il Banco alimentare del Lazio ha registrato un aumento del 2 per cento delle richieste, pari a 1.720 nuovi indigenti su un totale di circa 75 mila assistiti. Le domande aggiuntive sono arrivate, in particolare, da 5 Coc (Centro operativo comunale) nel Lazio.
L’incremento si è verificato nonostante il 30-40 per cento delle strutture caritative convenzionate con il Banco alimentare, abbiano sospeso temporaneamente le distribuzioni, un po’ per carenza di volontari, la cui età media è abbastanza alta, un po’ per la difficoltà degli assistiti, anche loro anziani, a raggiungere i punti di raccolta. Parte di coloro che si rivolgevano alle strutture oggi chiuse, però, hanno trovato una risposta nei Coc. “Sono stupito da come il terzo settore risponda nelle situazioni di crisi – racconta Visconti -. Il terzo settore non ha mai smesso di sostenere chi vive in uno stato di povertà, anche tra molte difficoltà. Alcune strutture hanno ridotto il numero di ingressi e, soprattutto a Roma, molte associazioni hanno organizzato la spesa a domicilio”. Ed è cresciuta, in queste settimane, anche la rete della solidarietà. Molti esercenti hanno donato prodotti freschi come mozzarelle, uova, anche in brick, carne, yogurt e altri generi alimentari destinati alla grande distribuzione organizzata oppure alla ristorazione. “La missione del Banco alimentare è il recupero dell’eccedenza e in questa situazione straordinaria ci siamo fatti trovare pronti”, precisa Visconti. Le attività di smistamento dei pacchi alimentari dunque procedono a ritmo serrato, chiaramente nel rispetto delle prescrizioni imposte per il contenimento del contagio. La maggior parte dei pacchi del Banco alimentare del Lazio parte dal magazzino di Aprilia, ma c’è anche un punto di distribuzione a Cassino, che rifornisce sei strutture caritative, e uno a Viterbo, che al momento è fermo ma ripartirà ad aprile.