PAPA: PROBLEMI COME MIGRAZIONI E DISOCCUPAZIONE DIPENDONO DA CURA AMBIENTE
“L’ambiente è umano. Questo ho voluto esprimere con l’enciclica Laudato sii: non si può separare l’uomo dal resto, c’è un rapporto di influenza mutua. Ed anche un effetto di ritorno contro l’uomo, quando l’ambiente viene maltrattato”. Così Papa Francesco, intervenendo in chiusura a #MayorsCare, uno dei seminari organizzati in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle Scienze sociali e dedicati ai cambiamenti climatici e le moderne forme di schiavitù.
Laudato sii “non è un’enciclica verde, ma sociale perchè dentro la vita sociale dell’uomo non si può escludere la cura dell’ambiente. È un atteggiamento sociale che ci socializza in un senso o in un altro, e ci fa ricevere dal Creato ciò che c’è stato dato, cioè l’ambiente”. Secondo Papa Francesco “quando il Creato non è curato” la conseguenza è la crescita smisurata delle città: “È come se le grandi città diventassero sempre più grandi ma con sempre maggiori cordoni povertà e miseria. La gente soffre gli effetti della mancanza di cura dell’ambiente”. In questo contesto il Papa ha inserito anche il fenomeno migratorio. “L’idolatria della tecnocrazia – ha aggiunto – porta a spogliare dal lavoro, e questa gente emigrando cerca nuovi orizzonti”.
Poi la disoccupazione: “So che in certi paesi d’Europa la disoccupazione giovanile supera il 40%“, ha detto il Papa, interrogandosi sul futuro dei giovani, portati a “cercare in altro orizzonti, anche in progetti guerriglieri”. Infine la scarsa cura dell’ambiente porta pericoli per la salute.
Tutti questi “problemi del tecnicismo” portano alla tratta esseri umani, al sempre più comune lavoro nero. Significa che le persone non guadagnano abbastanza per vivere”, il che porta anche al crimine nelle grandi città. Tutto ritorna, c’è sempre l’effetto rimbalzo verso le persone”.
“Ho molta speranza che nel vertice di Parigi, si raggiunga un accordo fondamentale. Però anche l’Onu deve coinvolgersi in questo fenomeno, soprattutto sul traffico di esseri umani provocato da problemi ambientali”, ha auspicato il Pontefice, aggiungedo poi: “Ci sono due forme di incultura: quella che Dio ci ha dato perchè la trasformassimo in cultura, e quella quando l’uomo trascura il rapporto con la terra, non la cura e se ne impadronisce. Comincia a portare quella cultura fuori dagli argini e gli sfugge dalle mani. Lì nasce una nuova forma di incultura, che distrugge l’uomo”. Papa Francesco ha poi portato l’esempio dell’energia atomica, che portata alle estreme conseguenze ha condotto alle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki.
“Il lavoro più serio e più profondo – ha detto infine – viene dalle periferie verso il centro, da voi verso la coscienza della comunità. La Santa Sede e i paesi possono fare un bel discorso, ma se il lavoro non parte dalle periferie non avrà effetto. Grazie per collaborazione”.