ORE DI ATTESA PER L’AMBULANZA, L’EMERGENZA COVID LASCIA “A TERRA” I FERITI ORDINARI
“Ringrazio il personale dell’ospedale San Giovanni di Roma che, nonostante il periodo di emergenza, si è occupato di mio fratello assistendolo nel migliore dei modi”. Una nota positiva in una storia che ha del grottesco e che purtroppo sembra essere diventata, causa del Covid, una triste, preoccupante e pericolosa normalità: i ritardi nei soccorsi sanitari “ordinari”, ossia “non Covid”. La donna che parla è la sorella 56enne che lunedì mattina alle 11.50, in corso Castro Pretorio, incrocio via dei Frentani a Roma, è rimasto ferito in un incidente stradale quando, in sella al suo scooter, si è schiantato contro una Opel. “Sembrava un incubo – ha dichiarato la donna giunta sul posto dopo circa mezz’ora dall’incidente – Mio fratello aveva battuto la testa, aveva la faccia insanguinata, il naso rotto, una frattura alla gamba sinistra – la diagnosi è poi stata fatta in ospedale – ma l’ambulanza che avevamo chiamato più volte non è arrivata se non alle 14.50”. Per tre ore, quindi, l’uomo è rimasto steso sull’asfalto assistito dai passanti, dagli agenti della polizia locale e poi anche dalla sorella. “Non sapevamo se avesse emorragie interne o traumi per i quali stava rischiando la vita e quando chiamavo il 118 mi rispondevano che non c’erano ambulanze disponibili e che appena se ne fosse liberata una, l’avrebbero mandata”.
Dietro le tre ore di attesa, c’è tutta l’emergenza Covid e il tempo, a volte anche decine di ore di fila, delle ambulanze davanti ai pronto soccorso, per far ricoverare pazienti Covid. In tutto questo, a farne le spese sono gli sfortunati che, scampati al Covid, sono “inciampati” in incidenti stradali o domestici, oppure sono stati colti da altro genere di malori. “Mi è capitato l’altro ieri di soccorrere alle 19 un 45enne che, alle 17 nei pressi di Villa Borghese, è scivolato con la bicicletta battendo un fianco sulle rotaie del tram”. Sono i racconti fatti ad Agenzia Nova da ambulanzieri in servizio 118 che dimostrano come il caso di viale Castro Pretorio è tutt’altro che sporadico. “Aveva traumi al fianco e ad una spalla. Per due ore ha dovuto attendere che si liberasse una ambulanza per essere portato a Villa San Pietro”. Capita anche che persone anziane infortunate chiamino ambulanze per traumi anche gravi ma che per paura di essere contagiati dal Covid, rifiutano il trasporto in ospedale. “A Ciampino i parenti di un 67enne hanno chiamato l’ambulanza perché l’uomo, cadendo in casa, aveva battuto il bacino”, racconta un altro soccorritore. “Quando siamo arrivati nel pomeriggio ci hanno detto che stavano aspettando i soccorsi dalla mattina. Il ferito si reggeva in piedi a fatica e c’erano tutti i segnali per sospettare una frattura del bacino. Nonostante questo, per paura di contrarre il Covid, ha rifiutato il trasporto in ospedale sostenendo di volersi curare in casa”.