NEL V MUNICPIO AL VIA “NONNA ROMA” PER IL SOSTEGNO A CHI E’ IN DIFFICOLTA’
“Dopo dieci mesi di progettazione e pianificazione delle attività, con incontri fra operatori e volontari, ‘Nonna Roma’ è divenuta finalmente realtà. Il progetto, sostenuto dalla Cgil di Roma e del Lazio, dall’Arci di Roma e dal Circolo Sparwasser prevede anche la realizzazione di un banco alimentare di mutuo soccorso destinato ai cittadini in difficoltà, italiani e stranieri, che abitano nel territorio del V municipio. L’obiettivo è dare risposte concrete a un disagio sociale crescente, attraverso l’azione dal basso e volontaria, supplendo alle carenze delle istituzioni pubbliche in materia di lotta alla povertà e all’emarginazione. Il V municipio, infatti, con un reddito medio pro-capite di 19.045 euro lordi annui e con un tasso di disoccupazione che si aggira intorno all’8% è la seconda area più povera di Roma. La costituzione di un’esperienza solidale e partecipativa nel territorio, quale ‘Nonna Roma’ vuol essere, rappresenta il primo passo verso la sensibilizzazione della comunità rispetto al tema delle povertà (vecchie e nuove), necessario per ricostruire quel senso di solidarietà perduta che è premessa per l’attivazione di un effettivo processo di inclusione sociale. Ciò per dar corpo e sostanza a quanto sancito nell’articolo 3 della Costituzione: ‘E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana’”. Così, in una nota, Alberto Campailla, presidente dell’Associazione Nonna Roma, Michele Azzola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Simona Sinopoli, presidente di Arci Roma e Filippo Riniolo, presidente del circolo Arci Sparwasser che stamane, nella sede regionale della Filt Cgil, hanno illustrato il progetto alla stampa.
“Oggi, per migliaia di persone in questo paese e in questa città, il problema dell’alimentazione è all’ordine del giorno – ha detto Alberto Campailla -. Abbiamo deciso di partire quindi dal banco alimentare e da questo costruire un’iniziativa che superi, sul piano delle pratiche, la dimensione assistenziale, rendendo le persone che aiutiamo protagoniste di un processo di cambiamento. Il pilastro, ripeto, è quello del banco alimentare, ma accanto a questo vogliamo attivare una rete di servizi alla persona, di attività assistenziali e non ultimo ricreative. Sabato 11 novembre partirà la prima distribuzione dei pacchi alimentari. Ogni lunedì, nella sede di via Prenestina 146, l’utente in stato di bisogno potrà ritirare un pacco contenente diverse provviste alimentari e beni di prima necessità. Aiuteremo fin da subito cinquanta persone, ma da gennaio il numero tenderà a raddoppiarsi. Nelle prossime settimane avvieremo altri servizi, come lo sportello legale, quello di ascolto e di sostegno psicologico. Costruiremo poi laboratori di autoimprendiatorialità, di impresa sociale che coinvolgano direttamente queste persone. L’avvio di un’osteria sociale, ad esempio, è una delle tante idee cui stiamo lavorando”.
“Ci raccontano che il nostro paese sta uscendo dalla crisi – ha commentato Michele Azzola – ma oggi noi viviamo in una città che soffre. Le persone si ritrovano ogni giorno ad affontare delle emergenze: abitative, di lavoro, di diritti. Crediamo sia necessario costruire una società diversa, che possa pensare agli ultimi e ai penultimi. La Cgil, con questo progetto, con l’accoglienza dei migranti nelle proprie sedi nel periodo invernale, con il lavoro volontario nelle scuole per la rimozione delle barriere architettoniche, vuole dare una speranza, intende obbligare la sinistra a riparlare di questi temi. Non ci si può occupare soltanto delle imprese. Dobbiamo pensare al bene delle persone perchè la mancanza di lavoro, il lavoro povero o precario, l’assenza di prospettive, stanno costringendo gli individui a ripiegarsi su se stessi. Dobbiamo dire a chi non ha alcun diritto o è stato privato dei diritti di alzare la testa e combattere insieme a noi perché una società diversa ci può essere e un futuro diverso lo dobbiamo costruire insieme”.
“Roma sta vivendo una situazione drammatica da anni – ha dichiarato Simona Sinopoli -. Quello che era il disagio delle periferie ci sta aggredendo. I quartieri che, fino a poco tempo fa, si sentivano al riparo da una condizione di degrado e disagio ora la stanno vivendo. La sinistra di questa città si è dimenticata delle periferie, e parte della responsabilità è anche nostra. A un certo punto abbiamo smesso di ascoltare, abbiamo inseguito obiettivi che non erano nostri e le persone ci hanno abbandonato. L’esperienza di ‘Nonna Roma’ è un’esperienza che fa parte del dna del’Arci. Queste barriere – sociali, culturali, economiche -, che sono enormi, sono muri ormai, noi le dobbiamo abbattere e lo possiamo fare solo ridando fiducia alle persone, facendo capire alla gente che i diritti sono diritti. Perché ormai il concetto che passa è: ‘Non ho diritto ad avere diritti’. E’ come una marea nera che ci sta sommergendo”.
Per Filippo Riniolo “la differenza tra mutualismo e carità é molto chiaro: non ci sono assistiti e assistenti, ma un tessuto umano di persone che si sentono parte di un destino comune. Insieme al contrasto alla povertà noi denunciamo gli strumenti che la producono. La povertà non è una cosa che cade dal cielo, ma è il frutto di politiche e di scelte. Da dieci anni a questa parte, dall’inizio della crisi, qualcuno si è arricchito e molti si sono impoveriti. Noi dobbiamo organizzare questi ultimi. E lo facciamo a partire dal cibo, dai bisogni concreti, dall’emancipazione che deriva dal lavoro”.