Fatti di Roma

NEL LAZIO VIENE INCENERITO O SMALTITO IL 77% DEI RIFIUTI PRODOTTI

Nel corso dell’appuntamento annuale alla fiera Ecomondo, Assoambiente ha presentato l’analisi “Le emergenze rifiuti in Lazio, Campania e Sicilia”, illustrata da Fise Assoambiente, l’associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali, nonché bonifiche.

Partendo dagli ultimi dati Ispra e dal report Fise Assoambiente “Per una strategia nazionale dei rifiuti”, l’associazione ha esaminato i contesti specifici relativi a Lazio, Campania e Sicilia: regioni che restano sull’orlo dell’emergenza ambientale, caratterizzate da un’endemica incapacità da parte dei governi locali di pianificazione di una corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti.

In particolare per il Lazio, Assoambiente ha sottolineato una “carenza di un’adeguata impiantistica per il riciclo dei rifiuti, assenza di valorizzazione energetica per quanto non riciclabile, turismo dei rifiuti verso altre regioni, affidamento eccessivo allo smaltimento in discarica. Le conseguenze? Costi di gestione alle stelle, inefficienze e inquinamento determinato dal continuo trasporto dei rifiuti. Tutto in barba alla circular economy e con l’emergenza alle porte”.

La gestione, secondo il report di Assoambiente, della frazione organica, in media oltre il 40 per cento delle differenziate di queste regioni, viene spesso affidata ad impianti di altre regioni per l’incapacità di gestirla sul territorio. Dove presenti, gli impianti collocati in regione utilizzano processi tradizionali che danno vita principalmente a compost e ammendanti vari; l’utilizzo di tecnologie più innovative per la produzione di biogas, biometano e recupero energetico è residuale. I rifiuti non differenziati (in media oltre la metà) vengono gestiti preliminarmente da impianti di trattamento meccanico-biologico tradizionali, quasi esclusivamente come tappa intermedia verso lo smaltimento in discarica o l’incenerimento e non come elemento dell’economia circolare. Scarsi, infatti, sono i quantitativi di carta, plastica, vetro e materiali ferrosi recuperati in queste strutture e successivamente avviati a riciclo. L’assenza di un’adeguata e moderna impiantistica di riciclo, recupero energetico e smaltimento appare particolarmente evidente nel Lazio, la Regione che più di altre alimenta il fenomeno del turismo dei rifiuti verso le altre Regioni. Nel Lazio mediamente ogni abitante produce 502 chilogrammi di rifiuti l’anno. Di questi quasi il 46 per cento (circa 230 kg/ab/anno) viene raccolto in modo differenziato. La frazione organica rappresenta circa il 40 per cento della differenziata con 532.659 tonnellate. Quasi i 2/3 (il 64 per cento) dell’“umido” raccolto nei cassonetti viene inviato fuori Regione per il successivo trattamento, a causa della carenza di adeguati impianti sul territorio. Solo il 36 per cento viene sottoposto nel Lazio a processi che danno vita a compost e ammendanti vari.

I rifiuti raccolti in modo indifferenziato, il 54 per cento, vengono avviati a impianti trattamento meccanico-biologico, ma solo come passaggio preliminare alla discarica (circa 41 per cento dell’indifferenziato) e incenerimento fuori Regione (36,5 per cento), diretti soprattutto verso Lombardia, Molise, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia. Dalla somma di questi due ultimi dati emerge che circa il 77 per cento dei rifiuti provenienti da TMB viene smaltito o incenerito, senza alcuna valorizzazione dei beni nel recupero di materia. Solo l’11 per cento dei rifiuti raccolti nel Lazio viene avviato a incenerimento, il 18 per cento del totale prodotto viene smaltito nelle discariche presenti sul territorio o in altre Regioni d’Italia (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo e Puglia). Nei prossimi 6 mesi la capacità residua delle discariche laziali sarà terminata, accentuando ulteriormente lo stato di emergenza. Di fatto la Regione non pianifica impianti sul proprio territorio, ma affida i propri rifiuti a impianti di riciclo, valorizzazione energetica e discarica di altre Regioni, con evidenti diseconomie e forte impatto ambientale.

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