MONS. PAGLIA: È URGENTE PROMUOVERE UNA CULTURA PALLIATIVA CONTRO LE “TENTAZIONI EUTANASICHE”
“È urgente promuovere una ’cultura palliativa’, sia per rispondere alle tentazioni eutanasiche e a quelle del suicidio assistito, sia soprattutto per fa maturare una ’cultura della cura’ che permetta di offrire una compagnia amorevole sino al passaggio della morte”. Lo dice mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia accademia per la vita che oggi a Berlino presenta il libro bianco sulle cure palliative.
“Certo sappiamo che la prospettiva della ’guarigione, gioca un ruolo preponderante nella medicina contemporanea, che punta a far morire tutti in buona salute. Ma va evitato il rischio che sia il suo unico obiettivo e da raggiungere ad ogni costo. La medicina non fallisce quando non può più guarire. Tale atteggiamento, infatti, porterebbe con sé il rischio di andare oltre la ragionevolezza nell’uso dei trattamenti medici e di sfociare nel cosiddetto ’accanimento terapeutico’ che procura al paziente sofferenze inutili”.
“Ovviamente – puntualizza – va evitato il rischio dell’abbandono terapeutico nel momento in cui viene meno la possibilità di ottenere la guarigione. E qui dobbiamo essere chiari: se non possiamo guarire, possiamo ancora alleviare il dolore e la sofferenza e comunque continuare a prenderci cura di chi sta traversando forse il momento più difficile della sua esistenza”.
“Il malato inguaribile – sostiene mons. Paglia – non è mai incurabile. Il ’limite’ fa parte della nostra esistenza su questa terra. L’illusione della immortalità, che fa da sfondo all’unico obiettivo della guarigione, è più che pericolosa. La cultura della cura e dell’accompagnamento ci dicono che quando cessa il potere del ’fare’ resta saldo il potere dell’essere’. È la lezione che ci viene anche dall’esperienza. Quante volte le cure palliative sono state protagoniste del recupero di un accompagnamento integrale del malato nell’ambito della medicina contemporanea… Prendersi cura del malato è un passo indispensabile da compiere con urgenza perché l’esistenza di tutti sia davvero più umana”, conclude.
(Foto: Agen Sir)