LA COMUNITÀ EBRAICA CELEBRA I 50 ANNI DALL’ARRIVO A ROMA DEGLI EBREI LIBICI
“Quello che abbiamo appena visto è il ricordo di una tragedia. E come un dramma possa trasformarsi in un’occasione di rinascita. Gli ebrei libici scampati alla furia delle rivolte arabe, arrivarono a Roma con una valigia e venti sterline. Della Libia gli rimase solamente ciò che avevano nel cuore e indosso. Perché essere ebrei nel 1967 nei paesi arabi e guardare con speranza ad Israele fu una colpa imperdonabile”. Così la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello intervenendo questo pomeriggio alla Sinagoga di Roma, dopo un video di testimonianze che ha ricordato l’esodo degli ebrei libici del 1967. Dureghello ha poi aggiunto: “Un mondo scomparso in Libia, ma rinato grazie alla forza di volontà di chi ha perpetrato e trasmesso la propria cultura, la tradizione e i riti, qui a Roma dove celebriamo la ricorrenza dei cinquant’anni dell’esodo”. La presidente della comunità ebraica si è poi rivolta al presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, che ha partecipato all’evento di commemorazione dei 50 anni dall’arrivo a Roma degli ebrei libici: “Le istituzioni del nostro Paese si impegnativo affinché questa rinascita fosse possibile. Presidente Gentiloni, la sua presenza qui è significativa perché ci permette di ringraziare ancora dopo 50 anni il governo per aver fatto la scelta giusta”. Anche per il ricordo di quegli anni Dureghello ha detto: “In un’epoca in cui si parla di migrazioni, di accoglienza e integrazione dei profughi, i morti in mare riaprono una ferita mai rimarginata. Essere ebrei significa non rimanere indifferente alla sofferenza di chi è più debole”