Fatti di Roma

INVENTARE L’ABITARE: STABILE PER 23 FAMIGLIE BLOCCATO DA PIÙ UN ANNO, SI ASPETTA CHE VENGA OCCUPATO?

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“È mai possibile che l’immobile di via dei Lauri destinato a 23 nuclei familiari e che avrebbe dovuto esserci consegnato nel 2006, debba rimanere vuoto perché l’amministrazione capitolina non è in grado di certificare se paga o meno un’assicurazione?” Questa la denuncia della cooperativa di autorecupero Inventare l’abitare, che giovedì 11 aprile a partire dalle 10.30 protesterà di fronte agli uffici dell’assessorato al Patrimonio del comune di Roma a piazza San Giovanni da Verazzano. 

“Come cooperativa di autorecupero, un anno fa, nel marzo del 2018, quando ci fu dato in consegna l’immobile di via dei Lauri 15, speravamo che finalmente avremmo potuto, a breve, cominciare i lavori per consegnare a 23 nuclei familiari la propria casa. Purtroppo abbiamo verificato sulla nostra pelle che avremmo dovuto vivere nuove situazioni al limite dell’inverosimile: consegnato l’immobile, l’amministrazione comunale successivamente confermava la convenzione firmata con la cooperativa. A questo punto sarebbe bastato fissare un incontro con la banca per attivare il mutuo, a carico della cooperativa, ed iniziare i lavori – si legge in una nota -. E invece no, con un assurdo rimpallo di responsabilità tra gli uffici, stiamo ancora in attesa che questo passaggio avvenga. Adesso siamo fermi a causa della mancata comunicazione da parte del dirigente dell’assessorato al Patrimonio in cui si chiarisca se l’immobile è coperto o meno da una assicurazione, dichiarazione necessaria affinchè la nostra cooperativa possa accedere al mutuo necessario per la realizzazione dei lavori. Per poter rilasciare questa semplice dichiarazione, il dirigente ha, legittimamente, richiesto di poter prima controllare tutta la documentazione relativa all’autorecupero di via dei Lauri, ma sembra che da ottobre del 2018 questo non sia stato ancora possibile a causa del fatto che i documenti sono nella disponibilità di un altro ufficio del medesimo comune, il Simu (dipartimento Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana, ndr), distante in linea d’aria poco più di un chilometro dall’assessorato al Patrimonio. In questi anni ne avevamo vissute di tutti i colori ma queste ci mancava. Cosa si aspetta? Che lo stabile sia occupato per poi mostrare i muscoli?”

In via di Grottaperfetta, prosegue nella nota la cooperativa Inventare l’abitare, “un altro progetto bloccato da anni, su cui la cooperativa aveva vinto il bando pubblico e firmata la relativa convenzione con il Comune di Roma. A dicembre 2017, l’assessora Gatta, ci annuncia che sono stati stanziati 3 milioni di euro per portare avanti i lavori di competenza del Comune, annunciando un altro incontro a gennaio 2018. A tutt’oggi non abbiamo neanche ricevuto risposte alle numerose mail inviate all’assessora per incontrarci. Vecchi progetti di autorecupero: per incapacità delle amministrazioni precedenti e del modo di condurre i lavori, quando non sono grandi opere che fanno gola ai soliti noti, ci troviamo in situazioni estremamente problematiche in alcuni di questi come conseguenza di lavori male eseguiti per le parti spettanti all’amministrazione comunale: tetti con infiltrazioni, tubature che saltano, sistemi fognari bloccati, muri che crollano. Su questo abbiamo chiesto, così come previsto dalla convenzione e dai bandi pubblici, che si intervenga. Anche in questo caso – continua la cooperativa – silenzio assoluto e mancanza di risposta alle nostre mail. Siamo stanchi di aspettare e pretendiamo che alle nostre richieste qualcuno degli assessori competenti si degnasse di dare quantomeno una risposta. Sono invitati alla conferenza stampa tutti gli organi di stampa e le forze politiche affinché si sblocchi questa situazione paradossale. Siamo arcistufi di sentire giustificazioni (quando ci sono) inaccettabili, non dipende da noi se gli uffici comunali non comunicano tra di loro. Abbiamo vinto i bandi, ci avete dato in consegna l’immobile, che dite, non sarebbe ora che ci consentiate di iniziare i lavori?”, conclude la nota.

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