I PRESEPI DI NAPOLI A CASTEL SAN’ANGELO
Il presepe ha da sempre rappresentato la vera tradizione natalizia in Italia. Quest’anno, in onore delle festività, Castel Sant’Angelo ne ospita due di grande valore artistico. Proveniente da Certosa e Museo di S. Martino a Napoli, sono esemplari del costume artigianale del capoluogo campano e simbolo di una più moderna sperimentazione dei materiali.
Un primo presepe, realizzato in sughero e legno, è stato allestito nella Sala della Biblioteca. Si tratta di un’opera risalente al 1871 di Lorenzo Taglioni. L’artista, al tempo al servizio del re Ferdinando II di Borbone, ha composto un complesso di quasi due metri di lunghezza che raffigura Tempio di Nettuno dell’antica Paestum – il monumento è stato interamente reso con il sughero. Ad arricchire la configurazione dai toni teatrali, si aggiungono dettagli in stoffa e terracotta.
Per restituire a pieno la bellezza dell’opera, si è pensato ad espedienti scenografici nell’allestimento della stessa sala dove viene proiettato un video che mostra in continuità le operazioni di apertura e di chiusura. Inoltre, alcuni specchi posizionati a terra restituiscono i prospetti esterni del tempio.
La seconda opera ospitata, è il presepe di Padre Benedetto Sferra del 1744. Organizzato nel Giretto coperto di Pio IV, l’allestimento è composto da una scatola scenica con all’interno un contesto rurale simbolo di un tradizionale presepe napoletano del settecento. Realizzato in ceroplastica era stato pensato per destinarlo alla sacrestia della chiesa di S. Maria a Caponapoli. La presa scenografica ed emotiva emerge con forza e delinea a pieno la sacralità della cornice scultorea.
“Questo progetto riflette pienamente la missione dei musei contemporanei essere luoghi dinamici, in grado di rinnovarsi e di creare dialoghi significativi tra culture, epoche e tradizioni” spiega Massimo Osanna, il direttore generale musei.
Fruibili al pubblico fino al 12 gennaio, le due opere si fanno testimoni del senso di teatralità e ricchezza di stile tipiche di una tradizione profondamente radicata nella cultura. Due allestimenti di egregia resa artistica prestate all’altrettanta bellezza di uno dei monumenti simbolo della Capitale.
Allegra Flamini