I PEDIATRI DICONO SI A YOUTUBE
Scaricano video musicali, ma anche gag comiche, sfilate di moda e ‘performance’ dei loro giovanissimi idoli. Ebbene, la passione dei giovanissimi per YouTube è – un po’ a sorpresa – promossa dai pediatri. Per il 70% di quelli intervistati in una recente indagine, infatti, YouTube fa bene agli adolescenti: li informa e li aiuta a crescere. Anche se non mancano le ombre: il pericolo di amplificare fake news e bullismo. L’indagine è stata presentata alla presentazione del libro ‘Youtubers: chi sono e perché hanno successo’, curato da Chiara Palazzini e Laura Gialli (Edizioni San Paolo). A idearla e realizzarla proprio un pediatra: Italo Farnetani, ordinario presso la Libera Università degli Studi di Scienze Umane e Tecnologiche di Malta.
“L’obiettivo della ricerca – spiega Farnetani – era capire i contenuti e le modalità dell’utilizzo di YouTube da parte degli adolescenti e le ricadute su crescita e sviluppo”. La ricerca si è basata sulle risposte a un questionario con domande scaturite dalla lettura del libro. Il questionario è stato somministrato a 131 pediatri italiani. Inoltre le stesse domande sono state proposte dall’insegnante Grazia Sestini a 48 alunni tra 16 e 18 anni, in modo da poter confrontare le risposte fra i due differenti gruppi. Già dalla prima domanda sono emersi in modo chiaro i contenuti e le finalità dell’utilizzo di YouTube: il 68% dei pediatri e il 69% degli adolescenti hanno risposto che è uno strumento di informazione e di espressione.
Uno strumento che serve agli adolescenti per identificarsi nel gruppo dei coetanei (hanno risposto affermativamente a questa domanda il 74% dei pediatri e il 67% degli studenti). Gli intervistati sono risultati d’accordo anche sul fatto che i media digitali agiscono in sinergia e non in contraddizione con i mezzi di comunicazione tradizionali (la pensa così il 68% dei pediatri e il 64,5% degli adolescenti), “pertanto i vari canali di Internet sono un arricchimento per la crescita e la socializzazione”, dice Farnetani.
Le risposte a due domande evidenziano una forbice tra i due gruppi. Alla domanda se, per gli adolescenti, l’uso di YouTube condizioni i comportamenti o favorisca lo sviluppo dell’individuo, “si è notata una diversità di interpretazione. Alla prima domanda (se YouTube condizioni i comportamenti) hanno risposto in modo affermativo l’87% dei pediatri rispetto al 70% dei ragazzi. Ugualmente, alla domanda se YouTube faccia bene o male, si è evidenziata la stessa disparità di opinioni: fa bene per il 71% dei pediatri rispetto all’85,5% degli adolescenti. Come si vede – continua Farnetani – per gli adolescenti c’è una percezione dei vantaggi nettamente superiore ai pediatri. Questa disparità andrà studiata e approfondita da parte dei pediatri”.
“L’analisi delle risposte comunque dimostra una notevole capacità introspettiva da parte dei ragazzi – continua il pediatra – quando ammettono, nel 70%, di essere condizionati, dimostrando pertanto una oggettività nell’autovalutazione. Tale maturità degli adolescenti si rileva anche dall’analisi delle risposte aperte presenti nel questionario, ove è chiesto di indicare il principale effetto positivo e negativo di YouTube. La maggioranza degli adolescenti ha segnalato infatti il rischio di una rappresentazione non sempre veritiera della realtà e la possibilità di diffusione di notizie false”.
Lo stesso pericolo è stato indicato anche dai pediatri, “che hanno segnalato anche il rischio di dipendenza e di bullismo”. Farnetani stesso, infine, dà un giudizio positivo sull’utilizzo di YouTube da parte degli adolescenti, perché “potendosi confrontare con un grande numero di coetanei, hanno la dimensione reale dello stile di vita degli altri ragazzi, senza essere condizionati dai modelli ‘troppo’ perfetti per esempio dalla pubblicità. In questo modo, potranno capire meglio le trasformazioni del loro corpo e dell’affettività, durante gli anni dell’adolescenza. Nello stesso modo saranno facilitati nel trovare giovani che abbiano gli stessi interessi. Come descrivono bene le due curatrici nell’introduzione del libro – conclude – il grande utilizzo di YouTube è determinato da una ‘diffusa voglia di condividere un desiderio di comunicare quello che sembra importante: informazioni, sentimenti, percezioni, esperienze'”.