I GIOVANI ITALIANI CHIEDONO UNA POLITICA DIVERSA, IL 53% BOCCIA QUELLA ATTUALE
La campagna elettorale per il voto del 4 marzo è oramai conclusa. Ora a parlare saranno soprattutto i risultati sia relativi all’affluenza sia del consenso ottenuto dai vari partiti. Ma al di là del voto, rimane aperto l’interrogativo sulla fragilità del rapporto tra nuove generazioni e politica. La metà dei giovani italiani (53%) boccia la politica italiana attuale perché sentita lontana, non in grado di mettersi in piena sintonia con le nuove generazioni e poco efficace nell’affrontare i temi che li riguardano.
Esistono però rilevanti differenze per titolo di studio e in particolare rispetto alle condizioni in cui i giovani si trovano. Gli studenti, non ancora confrontati con le difficoltà del mondo del lavoro e con aspettative ancora alte sul proprio futuro, tendono ad essere molto più favorevoli (voto positivo per circa il 60%, anche se solo 1 su 5 promuove con voti elevati). Chi ha un lavoro (spesso non del tutto coerente con la propria formazione e con retribuzioni medio-basse) è molto più critico (i voti positivi scendono al 46% circa). I Neet (chi non studia e non trova lavoro) sono i più severi: solo il 36% promuove la politica italiana attuale. Per oltre il 40% è da bocciare senza appello.
È quanto emerge da un’indagine promossa dall’Istituto Toniolo nell’ambito del Rapporto Giovani e realizzata da Ipsos dall’1 al 9 febbraio su un campione rappresentativo di 2.225 residenti italiani tra i 20 e i 35 anni (generazione dei Millennials) in collaborazione con Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo.
Se si passa però dal considerare l’attuale quadro politico italiano all’atteggiamento più in generale rispetto al valore e alla funzione della politica in sé, si ottengono risultato molto più positivi.
Solo il 7,8% degli intervistati considera la politica totalmente inutile, irrimediabilmente pensata come esercizio del potere e non a favore del bene comune. Il 21,5% non è del tutto negativo, ma è poco convinto sulla possibilità che possa migliorare il paese. Prevale in ogni caso chi considera la politica potenzialmente uno strumento utile (49,8%) a cui si aggiunge oltre uno su cinque (20,9%) ne è pienamente convinto.
I valori sono ancora più incoraggianti tra gli under 25 si sale vicino all’80% di rispondenti che vedono nella politica uno strumento utile per migliorare il paese in cui vivono.
(Fotografia da www.skuola.net).