Giovani e Scuola

DOPO LO SGOMBERO DI CINEMA PALAZZO GLI STUDENTI OCCUPANO IL LUCERNARIO

“Dopo la vergognosa operazione di polizia di ieri, questa mattina gli studenti e le studentesse della Sapienza hanno occupato il Lucernario all’interno delle mura della città universitaria. Gli stessi studenti che ieri, in migliaia sono scesi per le strade del nostro quartiere mettendo i propri corpi in difesa del Nuovo cinema Palazzo”. È quanto si legge in un post su Facebook degli attivisti del Cinema Palazzo. “Il Lucernario: quello spazio occupato nel 2013 e sgomberato nel 2014. Sottratto con la forza agli studenti – scrivono ancora – per poi essere lasciato in uno stato di totale abbandono. L’avevano scritto anche sullo striscione del corteo di ieri, l’hanno gridato forte per le strade di San Lorenzo: ‘per ogni sgombero 1.000 occupazioni’ “.

Allegato al post anche il comunicato degli studenti e studentesse della Sapienza. “Lo avevamo preannunciato, il tempo sta finendo e l’ora di pretendere risposte è arrivata. Stamattina decine e decine di studenti e studentesse – si legge nella nota – hanno occupato uno stabile all’interno della città universitaria. Qualcuno lo ricorderà con il nome di Lucernario. Così era stato chiamato dai tantissimi giovani che nel 2013 lo avevano occupato rendendolo uno spazio di studio e socialità. Al suo sgombero nell’estate del 2014, lo stabile è stato distrutto e di fatto resta da più di cinque anni inagibile. Questo è il simbolo di una politica universitaria che da una parte ci racconta che non esistono spazi da mettere a disposizione degli studenti e delle studentesse e che dall’altra distrugge interi stabili pur di non dare spazio all’autorganizzazione degli studenti. Ci viene raccontato che gli spazi del nostro ateneo non sono sufficienti per garantire un rientro in sicurezza, eppure questo spazio è solo uno dei tantissimi stabili abbandonati di proprietà della Sapienza. È proprio su questa amministrazione universale che pretendiamo risposte”.

“Ci chiediamo come sia possibile che di fronte ad un evidente mancanza di spazi di studio e socialità – proseguono gli studenti della Sapienza – l’università continua a rispondere con una chiusura impacciata e senza spiegazione. Questo è il primo passo, perché oggi pretendiamo soluzioni. È notizia di qualche settimana fa l’elezione di una nuova rettrice, Antonella Polimeni; un cambio di amministrazione raccontatoci come una piccola rivoluzione. Ma, simbolicamente a ridosso della giornata del 25 Novembre, la svolta amministrativa la vogliamo vedere nei fatti, nella pratica di tutti i giorni, nella quotidianità della nostra vita accademica. Vogliamo che la nuova rettrice prenda una posizione netta sulle centinaia di casi di violenza perpetrati in tutte le facoltà, sulla mancanza di uno sportello antiviolenza universitario, sulle discriminazioni di genere perpetrate ogni giorno in ambito accademico”.

“E se prendere posizione è sinonimo di agire – spiega la nota – pretendiamo oggi che vengano aperti sportelli antiviolenza e un consultorio dentro la città universitaria, che vengano aperte aule studio e spazi di aggregazione e socialità, perché un’università dove gli studenti non possono entrare, non è. Siamo gli studenti e le studentesse che oggi si trovano costrette a fare didattica a distanza. Siamo gli universitari e le universitarie che pur continuando a pagare le tasse non possono accedere agli spazi dei propri atenei.Siamo i dottorandi e le dottorande che con le biblioteche chiuse hanno difficoltà a portare a termine il loro percorso di ricerca. Siamo i giovani e le giovani a cui da tempo non viene più garantito nessun tipo di diritto allo studio”.

“Siamo stanchi di subire questa situazione – conclude – e oggi pretendiamo risposte. Siamo rimaste per mesi chiuse in spazi che, spesso, ci hanno costretto a rapporti familiari violenti, alla cura delle nostre famiglie e a un aumento esponenziale di violenza domestica. Siamo stanche di non avere lo spazio per liberarci dalle briglie di mura domestiche per molte asfissianti, di studiare, lavorare e curare le nostre famiglie, siamo stanche di dover pagare sui nostri corpi le scelte di un governo e di un’amministrazione universitaria che non ci considera. Abbiamo dimostrato che insieme siamo l’alternativa. Oggi chiediamo risposte. Benvenuta rettrice Polimenti, questi sono gli studenti e le studentesse della Sapienza”.

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