DOMENICA PROSSIMA LA CAROVANA DELLA PACE IN VIA TELEMATICA
Domenica 30 gennaio i ragazzi dell’Azione Cattolica (Acr) di Roma saranno tutti collegati insieme ai loro educatori e genitori per partecipare alla Carovana della Pace, che anche quest’anno si svolge in forma “telematica”. L’appuntamento si colloca al termine del Mese della Pace, tradizionalmente dedicato dall’Azione Cattolica e da tutta la Chiesa alla riflessione su questo tema, con una veste nuova affinché – in totale sicurezza – i più piccoli possano comunque far sentire alla città il loro desiderio di pace, in modo ancora più forte in questo tempo segnato dall’emergenza sanitaria e sociale.
Con il supporto dell’Ufficio Comunicazioni Sociali del Vicariato di Roma, andrà in onda alle ore 11 un “Talk show di Pace” condotto da due ragazzi dell’Acr di Roma. Sarà trasmesso dall’emittente televisiva Telepace (canali 73 e 214 in hd; 515 di Sky) e dai canali social dell’Azione Cattolica di Roma e vedrà la partecipazione in collegamento del cardinale vicario Angelo De Donatis, e Annamaria Bongio, responsabile nazionale dell’Acr. Ci sarà spazio anche per un approfondimento sul messaggio del Santo Padre per la LV Giornata Mondiale della Pace. I più piccoli come sempre saranno protagonisti: ogni parrocchia ha inviato un video-messaggio di pace e due ragazzi, a nome di tutta l’associazione diocesana, leggeranno la lettera aperta rivolta a Sua Santità. Alle 12, come di consueto, tutti uniti a Papa Francesco per la preghiera dell’Angelus.
«L’ambientazione del Talk show sarà la sartoria – spiega Antonio Culla, vice-responsabile diocesano Acr –, perché i nostri ragazzi sono chiamati a fare discernimento attraverso un’opera di “taglio e cucito”: tagliare è scegliere che linea dare al proprio abito, prendere ciò che è buono, fare piccole e grandi scelte. Stanno scoprendo come gli strappi che avvengono nelle nostre relazioni possano essere ricuciti, pongono l’attenzione ai molti che vengono scartati dalla società, impegnandosi ad averne cura».
I bambini e i ragazzi – dai 4 ai 14 anni – dell’Acr, in questo mese allenano il proprio sguardo a riconoscere le situazioni di ingiustizia intorno a loro, quelle che rendono le persone più fragili “uno scarto”. Grazie alla testimonianza di Gesù, che è il “Sarto per eccellenza”, fanno esperienza di come gli “scarti” di tessuti diversi tra loro possano essere elementi chiave per nuove creazioni. Rifletteranno su come anche i più piccoli possono farsi missionari nella loro realtà quotidiana e porteranno questo contributo al cammino sinodale che si sta svolgendo nelle parrocchie e in diocesi. Da qui quindi la scelta di sostenere due progetti di solidarietà: uno nazionale, insieme a tutta l’Azione cattolica italiana – a sostegno dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, nella costruzione dell’Oasi di Pietà, una casa di accoglienza per bambini e ragazzi – ed uno come associazione diocesana, aiutando un progetto della Caritas diocesana di Roma, che sostiene giovani e adolescenti attraverso un laboratorio di serigrafia su tessuti.
La proposta per i ragazzi è molteplice e pensata per essere vissuta con le famiglie in casa e con i propri coetanei nelle parrocchie, nelle associazioni e nei gruppi in modo che non vada persa la “missionarietà a misura dei più piccoli” che da sempre caratterizza la proposta formativa dell’Acr. I più piccoli sono quindi invitati, supportati da giovani e adulti, ad animare la Messa del 30 gennaio nelle proprie parrocchie e a realizzare striscioni con messaggi di pace che assemblati insieme saranno esposti in piazza San Pietro lo stesso giorno.
«Siamo contenti che anche quest’anno possiamo vivere questo importante appuntamento del cammino annuale dei ragazzi – afferma Marilena Pintagro, responsabile diocesana Acr – anche se con una modalità differente dal solito, ma ci permetterà di diffondere ancora di più il messaggio di pace, oltre le mura della nostra città. Abbiamo coinvolto, oltre ai ragazzi di Roma, anche diversi bambini di altre diocesi d’Italia. È bellissimo come siano loro i protagonisti assoluti di questo appuntamento e che possano far sentire ancora una volta la loro voce»