DAGLI SCAVI PER LA METRO C EMERGE LA “CASA DEL COMANDANTE”
Gli scavi della Metro C a Roma regalano ancora una volta una traccia della Roma traianea, grazie ad una scoperta che ha lasciato a bocca aperta gli stessi archeologi. A pochi passi da San Giovanni, dove sorgerà la stazione dell’Amba Aradam, dalla terra è emersa per la prima volta quella che gli archeologi considerano l’abitazione privata del Comandante della Caserma i cui resti erano venuti alla luce in quest’area due anni fa. Si tratta di una novità assoluta perché, come spiegato da Rossella Rea, direttrice degli scavi, si tratta di “una scoperta eccezionale: mai prima d’ora era stata scavata archeologicamente una caserma nella Capitale e mai, dunque, era stata trovata una Domus collegata alla caserma, l’appoggio del comandante”. Questo grazie “agli scavi della metro che sono occasione eccezionale perché scendono a profondità mai raggiunte”. La casa del comandante, di particolare pregio, collegata con i dormitori, ritrovati due anni fa, attraverso una scala che conduceva anche all’ufficio del comandante, separato da dormitori con un cancelletto. Lo scavo della Domus ha confermato le datazioni dei dormitori, risalenti all’epoca di Traiano ed Adriano. Quest’ultimo amplierà la la caserma costruendo gli ambienti rinvenuti oggi. Ambienti che denotavano un certo benessere vista la presenza di Opus con mattonelle di marmo bianco ed ardesia e mosaici con elementi geometrici ed una scena figurata con un satiro che lotta o danza con un amorino sotto una pergola di vite”. Il declino della caserma è invece datato alla metà del terzo secolo, quando la costruzione delle mura Aureliane costrinse a creare un spazio libero davanti alle mura stesse. Ora la Domus verrà consolidata, tagliata e delocalizzata in container riscaldati per proseguire gli scavi della metro. “Stiamo consolidando il sito per poterlo smontare e conservare alle temperature ideali in attesa di poterlo restituire questo luogo alla fruizione pubblica nelle stesse condizioni in cui lo abbiamo trovato, e su questo ho avuto assicurazioni dall’appaltatore e dal presidente Cantone. Sul come ne parleremo a progetto finito ma la certezza di cui mi sono voluto assicurare e che tutto questo possa essere restituito al pubblico dove e come era”, ha chiarito il sovrintendente Francesco Prosperetti.