CON IL RECOVERY FOUND PUNTARE SUI PROGETTI PER I GIOVANI
L’apertura di una fase costituente per il Lazio e i presupposti positivi dopo l’accordo europeo sul Recovery fund, con i giovani al centro dei progetti. Questi i principali temi affrontati dal governatore, Nicola Zingaretti, nella sua relazione, durante la seduta straordinaria del Consiglio regionale del Lazio dedicata al tema degli investimenti strutturali, piano rimodulazione fondi europei e misure per fronteggiare l’emergenza Covid-19, richiesta dal presidente del gruppo Lazio 2018, Stefano Parisi. “Siamo di fronte all’apertura di una fase che potrebbe definirsi quasi costituente del Lazio, che dobbiamo costruire con un confronto aperto, concreto e leale sulle azioni che dovremo intraprendere nei prossimi mesi – ha esordito Zingaretti. Ci sono presupposti molto positivi e penso a tre fatti accaduti proprio negli ultimi giorni: il risultato positivo dell’Italia e dell’Europa sulla scelta del Recovery Fund; l’esito dell’ultimo tavolo tecnico con i Ministeri affiancanti sul tema della sanità che ha confermato la fine della stagione del commissariamento; lo sblocco finalmente delle grandi infrastrutture del Lazio”. Al centro dei progetti che saranno finanziati “dovranno esserci i giovani, perché – ha sottolineato il governatore – dobbiamo ricorrere alla loro creatività, alla necessità di investire su scuola, ricerca e università”. Zingaretti ha poi elencato le misure di contenimento della pandemia sull’economia e sul tessuto produttivo del Lazio adottate dalla Giunta: i 700 milioni di euro di “Regione Vicina”; i 21 milioni sul “Buono spesa”; i 43 milioni ai “Bonus affitti”; i 20 milioni investiti negli asili nido; i 24 milioni di assegni da 600 euro; il bando “Nessuno Escluso”; gli 800 milioni per la liquidità messa in circolazione per le imprese; il bando “Pronto Cassa”; infine, ha citato anche l’accordo con la Banca europea per gli investimenti “per distribuire altri 200 milioni di euro” e quello con il Ministero della ricerca che “ha attivato i bandi già aperti per altri 30 milioni”. Il presidente della Regione ha quindi proposto al Consiglio di “tenere una sessione o plenaria o in Commissione per avviare un monitoraggio degli effetti di queste misure nel tessuto economico regionale, uno studio che potremmo anche affidare a un attore terzo, a una università, per avere un’assoluta neutralità del giudizio”.
Il governatore ha poi indicato le azioni da intraprendere subito: “Sconfiggere il virus e costruire una nuova sanità, anche attraverso la prosecuzione dei test sierologici e il vaccino influenzale; far ripartire il Lazio significa ricostruendo una rete a sistema delle grandi infrastrutture regionali; l’orizzonte europeo per lo sviluppo del Lazio: l’idea di fondo – ha spiegato Zingaretti – è sempre la stessa: non attendere che arrivino le risorse europee, ma indirizzare le risorse europee dentro un comune progetto di sviluppo”. Dopo la relazione di Zingaretti si è svolto un dibattito al quale hanno partecipato numerosi consiglieri, a cominciare dal richiedente la seduta straordinaria, Stefano Parisi. “Viviamo un momento abbastanza singolare: c’è grande entusiasmo, quasi euforia, da parte della maggioranza che oggi governa il Paese per un’inedita – ha detto Parisi – straordinaria disponibilità di denari e una straordinaria disponibilità di leve di potere, mentre dall’altra parte c’è un’oggettiva difficilissima situazione per gli italiani, ancora alle prese con rischi di contagi e una crisi economica prevista che non ha pari nella storia moderna”. Con riferimento al Recovery Fund, Parisi ha detto che “ogni euro di debito che utilizzeremo in Italia deve servire a far crescere l’economia. Non possiamo spendere soldi per abbassare le tasse, non possiamo usare il debito per spesa corrente. Si abbassano le tasse quando saremo in grado di abbassare i costi dell’Amministrazione Pubblica. Bisogna abolire il Codice degli appalti e sostituirlo con i Regolamenti comunitari, come ha fatto gran parte dei Paesi europei. Bisogna abolire l’abuso di ufficio”.
La consigliera della Lega Laura Corrotti ha criticato Zingaretti sul modus operandi. “Ci troviamo a discutere di una riprogrammazione già decisa a tavolino da un’Amministrazione che ha esautorato completamente il Consiglio regionale delle sue prerogative costituzionali, modificando un atto arbitrariamente, senza interpellare né informare preventivamente l’Assemblea legislativa. Pensare di cambiare la destinazione di 646,2 milioni di euro di risorse europee ancora libere con una deliberazione di Giunta regionale che prende atto dell’accordo con il Ministero vuol dire assolutamente mortificare questo stesso organismo – ha detto Corrotti -. Proporrei di fare a meno dei proclami e delle conferenze stampa e, magari, di concentrarci più sulle promesse fatte e ancora non mantenute, dando risposta a milioni di cittadini italiani che da mesi attendono la cassa integrazione e non hanno ricevuto ancora nulla”. Anche Davide Barillari (Gruppo Misto) è stato molto critico nei confronti di Zingaretti: “Lei ha parlato principalmente e per mezz’ora di Recovery Fund, di Mes, di questioni nazionali non percependo il fatto che qui siamo in Consiglio regionale e deve fare una relazione sulle attività che ha in programma la Giunta da qui ai prossimi mesi. In realtà, lei ha questo atteggiamento che continua a esautorare il Consiglio regionale. Sfrutta questi Consigli straordinari per fare propaganda politica e dire cosa la Giunta ha già deciso di fare. Questo, invece, è il luogo che dovrebbe dare indicazioni alla Giunta”, ha aggiunto Barillari.
Giuseppe Simeone di Forza Italia ha esortato l’Aula e la Giunta a “definire un modello di sviluppo nella sanità, perché oggi ci troviamo di fronte al modello del 2007, impoverito dai tagli che in questi dodici anni il Piano di rientro ci ha imposto di fare”. Mentre la capogruppo del M5s Roberta Lombardi, ha incentrato il suo intervento sul recente accordo europeo: “Il Recovery fund, ovvero il fondo da 750 miliardi di euro finanziati con l’emissione di titoli pubblici comunitari, avrà purtroppo una durata limitata nel tempo. Come sapete, vi è l’obbligo da parte degli Stati membri di impegnare tali ingenti somme il 31 dicembre 2023, con la loro effettiva spesa entro il 31 dicembre 2026. Dopodiché – ha continuato Lombardi -, non si emetteranno più titoli pubblici comunitari. Ma per la prima volta saranno emessi nel mercato titoli pubblici europei, di cui la fetta più rilevante spetterà al nostro Paese: 209 miliardi”. Lombardi ha quindi auspicato un uso oculato delle risorse, criticando gli esempi del passato: “Non si vuole ammettere la vostra cronica incapacità a saper usare questi finanziamenti, a tagliare sprechi e privilegi (vedi i vitalizi), a combattere l’evasione fiscale e la corruzione, che ci costano, quelli sì, centinaia di migliaia di euro l’anno, e a modernizzare un Paese bloccandolo tra veti, lobby e intere rendite di posizione. Questa è la verità”, ha concluso.