COMUNALI, GIACHETTI ALL’ARIA CHE TIRA (LA7) SU TOTTI, ROMA2024, LA RAGGI E IL BALLOTTAGGIO
La sfida per il Campidoglio, dopo il voto di domenica, il lunedì di post spoglio e la certezza dei numeri garantita dal Ministero dell’Interno, un martedì con poche schermaglie e giusto tempo dedicato a finire il ciclo di conferenze dei candidati sindaco e di tutto il loro l’entourage sul primo turno, ma oggi si sta tornando a far sul serio.
Roberto Giachetti è intervenuto stamattina a “L’aria che tira” su La7, toccando tanti argomenti come quello della questione Olimpiadi dato che le dichiarazioni di Francesco Totti a sostegno della candidatura di Roma2024 sono al centro dell’attenzione mediatica e dello scontro elettorale, ma il candidato sindaco del Pd ha voluto sottolineare come “Totti non ha fatto un endorsement a Giachetti ma a Roma perché ama la città e sa quanto importante per Roma potrebbe essere utilizzare l’opportunità straordinaria delle Olimpiadi, lo ha precisato ieri sera. Sono convinto lui lo ha fatto perché ama Roma. Coincide il fatto che io penso che le Olimpiadi possano dare a Roma qualcosa che diversamente non avrebbe” e in questo contesto, tira anche una prevedibile stoccata verso la sua avversaria sulla questione dello stadio della Roma accusandola di poca credibilità: “Se Raggi oggi dice che lei è favorevole allo stadio della Roma dopo che due mesi fa ha detto di essere contraria e che avrebbe revocato la delibera in merito, quale credibilità ha una persona che dice una cosa e poi dopo ne dice un’altra, perché magari deve recuperare qualche voto?”.
Uscendo dai discorsi sportivi ma elettorali, Giachetti si è detto “Io sono contento e orgoglioso che il premier, segretario Pd e che ha anche fatto bene il sindaco di Firenze pensi io sia la persona adatta per amministrare Roma. Io sono un laico, non credo a miracoli né a mezzi miracoli, soprattutto non penso che potrei mai accontentarmi, avendo fatto quattro mesi di campagna elettorale molto dura, di perdere, anche a un’incollatura di distanza. Se non vinco le elezioni ho perso” ma anche perché “adesso i partiti non ci sono più, – continua – ora ci sono due persone, Raggi e io, e penso sia giusto che le persone scelgano sulle nostre proposte per Roma. Il primo tempo è finito. Capisco chi dice ‘non cambia niente’, è un clima diffuso in città, in cui abbiamo anche le nostre responsabilità, un clima che conosco perché l’ho girata molto in questi mesi” e stuzzica la grillina sulle possibilità di confronto e alla stessa maniera dice la sua sulle difficoltà di portare al voto un elettorato stanco e disilluso, ma spiega che “quando si decide di non scegliere scelgono gli altri, non si sterilizza la decisione, un sindaco ci dovrà essere. E forse sarà il caso che i romani, anche i più arrabbiati, si pongano il problema di contribuire una volta, magari sforzandosi, di ridare fiducia al fatto che ci possa essere una classe dirigente che aiuti Roma a risollevarsi. Si deve scegliere. Io purtroppo faccio fatica perché non riesco ad avere la possibilità di misurarmi direttamente con la mia avversaria”.
Questa sera, comunque, Giachetti avrà la possibilità di incontrare la Raggi alla residenza dell’ambasciatore Usa a Roma su invito dello stesso ambasciatore, e seppur di certo non ci sarà spazio per dar vita ad uno scontro elettorale come vorrebbe il candidato Pd, il “mezzo miracolo” di incontrarla lo sta ricevendo.