APPROVATO IL BILANCIO DELLO IOR, NEL 2018 UN RISULTATO NETTO PARI 17,5 MILIONI DI EURO
L’Istituto per le Opere di Religione nel 2018 ha servito 14.953 clienti rappresentativi di 5 miliardi di euro di risorse finanziarie (5,3 miliardi nel 2017), di cui 3,2 miliardi relativi a risparmio gestito e in custodia; ha ottenuto un risultato netto pari a 17,5 milioni di euro (31,9 milioni nel 2017), “nonostante la forte turbolenza dei mercati nel corso dell’anno e la persistenza di tassi d’interesse ancora molto bassi”. Lo riferisce una nota che sintetizza il bilancio 2018 della “banca” vaticana.
Il bilancio è stato sottoposto a revisione contabile dalla società di revisione indipendente Deloitte & Touche. Il 16 aprile il Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto – riferisce una nota – ha approvato all’unanimità il bilancio dell’esercizio 2018 e ha proposto alla Commissione Cardinalizia la distribuzione integrale degli utili realizzati.
“Nel 2018 l’Istituto – sottolinea il comunicato – ha continuato, con prudenza, a fornire servizi finanziari alla Chiesa Cattolica presente in tutto il mondo e allo Stato della Città del Vaticano. I suoi risultati finanziari riflettono questo approccio e confermano l’impegno intrapreso nel 2014 dal Consiglio e dalla Direzione volto a rendere lo Ior un istituto finanziario migliore, più vicino ai suoi clienti, con forti principi etici, prodotti di maggiore livello, procedure e standard di controllo in linea con le migliori pratiche internazionali”.
Lo Ior ha “proseguito nel processo di ottimizzazione dei costi, riducendoli a 16 milioni di euro (18,7 milioni nel 2017); e registrato al 31 dicembre 2018 un patrimonio, al netto della distribuzione degli utili, pari a 637 milioni di euro, corrispondente ad un Tier 1 ratio del 86,4%, (68,3% nel 2017), “a testimonianza della sua elevata solvibilità e del suo profilo di basso rischio”, sottolinea lo stesso istituto.
“Nel 2018 l’Istituto ha altresì affinato ulteriormente l’integrazione di criteri negativi e positivi di screening per la selezione delle attività finanziarie in cui realizzare investimenti coerenti con l’etica cattolica – prosegue la nota – selezionando esclusivamente imprese che svolgono attività conformi alla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica; continuato a realizzare investimenti tesi a favorire lo sviluppo dei paesi più poveri, nel rispetto di scelte coerenti con la realizzazione di un futuro sostenibile per le generazioni future; e contribuito alla realizzazione di numerose attività di tipo benefico e sociale, sia attraverso donazioni di carattere finanziario, sia tramite concessioni in locazione a canone agevolato o comodato d’uso gratuito di immobili di sua proprietà a enti con finalità sociali”.