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ALLA SAPIENZA WORKSHOP “GESTIONE DEI RIFIUTI ORGANICI TRA PROSPETTIVE E OPPORTUNITÀ”

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Presso la facoltà di Ingegneria civile e industriale dell’università Sapienza di Roma, si è tenuto il workshop dal titolo “Gestione dei rifiuti organici per una economia circolare: situazione attuale e prospettive” nell’ambito del quale sono state trattate le più attuali tematiche legate ai processi di separazione, raccolta e trattamento della frazione organica all’interno del quadro normativo europeo e nazionale.

L’iniziativa, che rientra nel Festival dello sviluppo sostenibile 2019 promosso dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo sostenibile (Asvis), è il frutto della sinergia tra l’università Sapienza, dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale (Dicea), e Tor Vergata, dipartimento di Ingegneria civile e informatica (Dicii), ed è stata presieduta dalle professoresse Raffaella Pomi e Maria Rosaria Boni (Dicea). Lo comunicano gli organizzatori in una nota.

“I temi centrali affrontati dai relatori – provenienti dal mondo accademico, della ricerca e delle imprese – sono, da una parte, l’importanza della ricerca tecnologica che dia impulso a una adeguata impiantistica di cui il nostro paese, seppur con rilevanti differenze tra nord e centro-sud, non è ancora dotato, dall’altra la necessità di accrescere la cultura e la sensibilità sul territorio. L’obiettivo, in linea con i target di sostenibilità europei, è arrivare a una gestione ‘moderna e civile’ delle risorse (così la prof.ssa Boni nel suo intervento di apertura), sia riducendo il ‘food waste’ (spreco di cibo), prevenendo così ‘a monte’ la produzione di rifiuti, sia massimizzando il recupero delle materie che possono essere riutilizzate per una vastissima gamma di prodotti e applicazioni”.

“A fronte di un mercato vivace e recettivo, in particolare quello agricolo – si legge ancora nella nota -, l’Italia sconta infatti uno scenario legislativo ancora incerto che contribuisce a determinare un altissimo costo di smaltimento dei rifiuti organici (il dato medio nazionale è di 234 euro/t tra raccolta, trasporto e trattamento) e, nonostante i buoni risultati che lo pongono in vetta alla classifica per indice complessivo della circolarità (dati Rapporto fondazione sviluppo sostenibile), il nostro paese presenta ora, rispetto ad altri, segnali di rallentamento sul piano degli investimenti e della crescita occupazionale del settore. Per conseguire risultati migliori – è questa la posizione unanimemente condivisa – occorrerebbe dunque superare il vincolo dell’insufficienza impiantistica attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie che ne riducano gli impatti ambientali, sia a livello industriale per le grandi città sia per le strutture ‘di prossimità’ destinate ai centri più piccoli, e contestualmente applicare una programmazione efficace, pianificare campagne informative chiare e non contraddittorie alla cittadinanza e infine garantire costantemente una verifica sulla qualità dei rifiuti predisponendo, se necessario, delle misure correttive ovvero regolamentando una adeguata detassazione agli utenti sulla parte variabile della tariffa”.

Riciclo e sostenibilità non sono categorie vuote ma una priorità inderogabile che, in applicazione delle norme basate sulle proposte della Commissione europea nell’ambito del pacchetto sull’economia circolare (target del 55 per cento di differenziata entro il 2025, del 60 per cento entro il 2030 e del 65 per cento entro il 2035), implicano una serie di scelte da parte dei decisori politici. “La strada è tracciata – ha commentato in una nota il presidente dell’Agenzia Carlo Sgandurra l’iniziativa che ha definito “meritoria” per il rigore scientifico suffragato da una molteplicità di dati ed esempi e per “le indicazioni precise e obiettive, non veicolate da presupposti ideologici, verso tutti i soggetti coinvolti nel campo dell’economia circolare” – occorre ora attendere le applicazioni delle innovazioni tecnologiche e avviare un percorso partecipativo finalizzato al superamento della non accettazione”, ha proseguito il presidente ricordando come l’Agenzia abbia sempre evidenziato la criticità degli scarsi investimenti nel settore, ora avvalorata dai dati scientifici, in un’ottica di collaborazione e supporto all’amministrazione capitolina sul tema della gestione dei rifiuti. A questo proposito, il presidente ha ricordato la Convenzione stipulata lo scorso 22 ottobre tra l’Agenzia e il dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale dell’università Sapienza “finalizzata alla disamina del complesso quadro del ciclo di rifiuti di Roma e dell’impatto che i diversi scenari possono determinare sulla qualità di vita dei cittadini, individuando un sistema integrato di raccolta/gestione dei rifiuti che sia efficace ed efficiente da un punto di vista dimensionale, economico e ambientale. I risultati di queste analisi, non appena disponibili, saranno oggetto di una conferenza di estesa portata”.

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