Giovani e Scuola

GIOVANI, SEMPRE IN MENO SCOMMETTONO MA AUMENTANO I “FREQUENT PLAYERS”

giovani e azzardo


Diminuisce il numero di ragazzi che tenta la fortuna con il gioco d’azzardo, ma nello stesso tempo aumenta la quota di “frequent players”. E’ uno dei principali dati che emerge dalla terza edizione dell’Osservatorio Nomisma “Young Millenials Monitor – Giovani & Gioco d’azzardo”, realizzato in collaborazione con Universita’ di Bologna e che viene presentato oggi. Nell’anno scolastico 2015/2016 circa uno studente su due fra i 14 e i 19 anni ha giocato almeno una volta, ovvero il 49%, percentuale in calo rispetto al 54% della rilevazione precedente. Una leggera riduzione, quella evidenziata dall’Osservatorio Nomisma, che sarebbe confermata anche da altre ricerche. Se la quota di giovani giocatori diminuisce, aumenta pero’ il numero dei cosiddetti frequent players, ovvero di coloro che giocano una volta alla settimana o anche piu’ spesso, che passano dal 10 al 17%.

“Un incremento piuttosto rilevante, anche se – spiega al Velino Silvia Zucconi di Nomisma – l’indicatore dei giocatori ‘problematici’ si ferma su scala nazionale al 5%. Una quota per fortuna ancora abbastanza contenuta e minoritaria, ma da non trascurare. Insieme ad alcuni campanelli d’allarme, che non vanno sottovalutati. Il primo – sottolinea – e’ che il 47% dei minorenni ha avuto almeno un’occasione di gioco. Questo vuol dire che la rete di protezione che limita l’accesso al gioco non e’ completamente efficace”.

Dalle interviste effettuate dall’Osservatorio emerge comunque che i ragazzi italiani hanno un “approccio piuttosto equilibrato al gioco” e per oltre il 70% si parla di una spesa media settimanale inferiore a 3 euro. Ma cosa scelgono e cosa preferiscono i ragazzi quando decidono di tentare la sorte? Il gioco preferito sono i Gratta & Vinci seguiti dalle scommesse sportive in agenzia, e poi le scommesse sportive online seguite dai concorsi a pronostico a base sportiva. “Le scommesse sportive e quelle online suscitano un interessamento legato all’idea che sia coinvolta anche l’abilita’ e sono anche legate alla passione sportiva”. In fondo alla classifica ci sono gli apparecchi da intrattenimento. “Non sono alle prime posizioni – evidenzia Zucconi – anche perche’ sono istallati in luoghi pubblici che fanno da protezione”.

Ancora, la propensione al gioco e’ piu’ forte nelle regioni centrali, in quelle del Sud e nelle isole piuttosto che nelle regioni del Nord, con uno scarto anche di 10 punti percentuali. A influenzare la maggiore propensione ci sono da un lato fattori culturali e di tradizione di alcune aree del paese, dall’altro e’ “anche vero che ci sono delle Regioni hanno avviato in modo piu’ attento e dinamico azioni per rendere il gioco piu’ consapevole e per difendere il divieto di accesso ai minori”. L’Osservatorio evidenzia anche che si gioca soprattutto nelle famiglie in cui c’e’ abitudine al gioco oppure se si hanno amici che giocano. Non solo. Si conferma anche un dato evidenziato nella precedente edizione dell’Osservatorio.

“L’interesse nei confronti del gioco – prosegue Zucconi – risente anche del tipo di scuola frequentata: i licei hanno una quota molto piu’ bassa di giocatori rispetto agli istituti tecnici. Cosi’ come ha una minore propensione chi ha competenze probabilistiche. Questo evidenzia l’importanza di lavorare su programmi educativi che aiutino in ambiente scolastico a rafforzare cognizioni matematiche e probabilistiche in una logica di prevenzione e contrasto. Le competenze sono il punto focale che aiuta i giovani ad avere una maggiore consapevolezza nei consumi, e nelle loro scelte”.

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