DALLA CGIL LAZIO IL CONFRONTO SULLE RSA, PIU’ TUTELA PER GLI OPERATORI
Nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) svolgono tutti i lavori che servono a mandare avanti le strutture: a disposizione dei medici, da un lato, e primo contatto umano con gli ospiti anziani, dall’altro lato. Sono gli Oss, Operatori socio sanitari che si trovano spesso ad affrontare turni di lavoro massacranti in condizioni precarie dal punto di vista contrattuale, ma allo stesso tempo hanno grandi responsabilità. Il tema della tutela di questi lavoratori è stato oggi al centro di un dibattito organizzato dalla Fp Cgil di Roma e del Lazio e che riunito virtualmente attorno a un tavolo sindacalisti, lavoratori e rappresentanti della Regione Lazio. “Un lavoro complesso e sotto pagato, svolto in ambienti, le Rsa, che non erano indicati per il contenimento del virus – ha spiegato Giancarlo Cenciarelli, segretario generale della Fp Cgil di Roma e del Lazio -. Tra gli Oss ci sono infermieri, terapisti e altre figure che hanno lavorato in questi mesi con carenza di dispositivi di protezione individuale e pochissime indicazioni su come arginare il contagio. Sono stati anche oggetto di discriminazione fuori dalle strutture perché venivano indicati come untori”.
Alcuni lavoratori, temendo ripercussioni, hanno riportato in forma anonima la loro testimonianza. “Chi ha firmato il contratto dopo una certa data oggi guadagna anche 200 o 300 euro in meno rispetto ai colleghi che sono entrati negli anni precedenti – ha spiegato Maria -, e molto del lavoro è affidato al nostro buon cuore”. “I turni sono massacranti, anche dalle otto del mattino alle otto di sera – ha raccontato Marco -. Dove lavoro io è un continuo correre e ci siamo infettati tutti con il Covid-19”. Al confronto hanno partecipato anche il capogruppo del Partito democratico alla Regione Lazio, Marco Vincenzi e la consigliera regionale del Pd, Eleonora Mattia. “La situazione delle Rsa e delle strutture dedicate all’assistenza degli anziani è arrivata prepotentemente all’attenzione delle cronache mostrando una serie di criticità durante l’emergenza covid – ha detto Vincenzi -. I lavoratori oltre a dover avere una retribuzione adeguata devono essere tutelati sopratutto perchè sono il centro del contatto umano in queste strutture. La Regione Lazio non ha solo ruolo di controllo, ma quando l’attività viene accreditata e quindi remunerata con soldi pubblici ci deve essere un livello di attenzione alla tutela dei lavoratori. Siamo sorpresi dalle punte di criticità emerse e quindi c’è un problema sul sistema dei controlli visto che le regole sono stringenti seppure possono essere migliorate” e quindi “la politica deve fare una riflessione profonda che richiederà la realizzazione di una nuova progettualità”.
Mattia, presidente della commissione Lavoro della Regione Lazio, ha invece reso noto che convocherà al più presto “anche in settimana” una seduta sul tema. “In Italia – ha detto Mattia – gli operatori socio-sanitari sono sospesi in un limbo contrattuale tra l’essere tecnici e l’essere professionisti sanitari, ma svolgono compiti delicatissimi, turni massacranti e rischiano il posto di lavoro se denunciano condizioni sanitarie inadeguate, loro sono la cerniera tra il mondo dei medici e quello dei pazienti. È necessaria una integrazione tra livello sociale e sanitario”.