TORNANO A SPLENDERE I MOSAICI DI S. MARIA IN TRESTEVERE
“Non l’ho mai vista così, e nemmeno i miei predecessori”. Bastano le parole di monsignor Marco Gnavi, parroco di Santa Maria in Trastevere, per raccontare cosa ha significato il restauro della splendida chiesa nel cuore di Roma. Dopo un anno di lavoro e circa 400 mila euro di spesa, la facciata così nota ai romani ha abbandonato “la condizione di trascuratezza” per restituire l’opera pittorica di Silverio Capparoni, autore dell’affresco che fa da cornice monumentale mosaico del dodicesimo secolo, anch’esso tornato al suo antico splendore. Ma il restauro, presentato questa mattina dal sovrintendete Francesco Prosperetti, ha riguardato anche il portico di Carlo Fontana, con la pulitura delle colonne in granito e gli interventi di conservazione delle parti lapidee, ed in particolare le statue in travertino. Ed è stata proprio la diversità di materiali ed interventi la vera sfida affrontata sai restauratori che hanno necessariamente dovuto fare i conti con i diversi interventi sulla chiesa che si sono susseguiti dalla sua fondazione, nel XII secolo. Particolarmente complesso l’intervento sulla facciata superiore, divenuta ormai ‘illeggibile’ vuoi per l’opacizzazione del mosaico, vuoi per il dilavamento dei dipinti dell’800. Per il sovrintendente Prosperetti si tratta di “una facciata di cui i romani avevano perso la memoria, perché era ‘sbiadita’ ridotta in una condizione di trascuratezza”. Di certo “Santa Maria è la storia del quartiere. Tutti si sono protetti dal manto di Santa Maria in Trastevere che troneggia al centro del mosaico”, ha aggiunto monsignor Gniani, il cui auspicio è che interventi analoghi “possano avvenire anche sugli intonaci corrosi all’interno della chiesa”.