SABATO MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEGLI STUDENTI

La rete nazionale “Scuola in presenza” annuncia manifestazione nazionale a Roma, sabato 10 aprile, per chiedere con forza “il rientro a scuola per tutti gli studenti, anche in zona rossa. A poco più di due mesi dalla fine dell’anno scolastico non possiamo lasciare ancora una volta a casa milioni di studenti”, spiegano gli organizzatori.
Sabato rappresentanti di tutti i comitati regionali e locali, i gruppi e le associazioni aderenti alla rete nazionale “Scuola in presenza” manifesteranno alle ore 15 in Piazza del Popolo a Roma “per richiamare il Paese tutto alla responsabilità verso le giovani generazioni – continua la nota – Pur riconoscendo la gravità della pandemia, saremo di nuovo in piazza per chiedere alle Istituzioni di attivarsi in ogni modo per consentire l’immediato rientro in classe di tutti gli studenti. E per dire basta all’uso smodato della didattica a distanza, sia in tempo di pandemia che eventualmente dopo. Perché la vera Scuola è solo in presenza. E senza Scuola non c’è futuro”.
“Con l’art. 2 del Decreto Legge n.44 il Governo – chiarisce la Rete – ha disposto, a partire dal 7 aprile, il rientro in classe degli studenti delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie e di quelli del primo anno di scuola secondaria di primo grado, anche in zona rossa. La ripresa è un segnale importante da parte del Governo a tutela degli alunni e delle alunne, ma insufficiente per la salvaguardia del benessere psicofisico dei preadolescenti e dei ragazzi delle superiori, moltissimi dei quali in didattica a distanza da oltre un anno , con conseguenze disastrose. L’Italia non è un Paese per giovani e per famiglie se non riconosce che per tutti gli studenti la scuola è salute anche e soprattutto in tempo di pandemia. I ragazzi non stanno bene e manifestano un disagio sempre più ampio, diffuso e grave, come confermato anche dall’Associazione degli Ospedali Pediatrici Italiani e dalle associazioni che tutelano infanzia e adolescenza.”
“Il nostro Paese continua a non proteggere i suoi cittadini più piccoli e i suoi ragazzi privandoli del luogo privilegiato per la loro crescita, la Scuola. – continua la nota – In alcune Regioni si insiste a non bilanciare adeguatamente diritto alla salute e diritto all’istruzione con continui provvedimenti incongruenti di chiusura, anche delle classi del primo ciclo. In questi giorni, specialmente nel Sud Italia, sono gli stessi sindaci e governatori a sbarrare i cancelli delle scuole, persino a studenti disabili e con bisogni educativi speciali, attraverso ordinanze restrittive in palese contraddizione con l’ultimo decreto legge del Governo Draghi”.
La rete nazionale “Scuola in presenza”, apartitica e trasversale, raggruppa al momento oltre 30 comitati e associazioni di genitori, insegnanti e studenti di tutta Italia che già da mesi stanno collaborando e si stanno impegnando a favore della scuola. Insieme rappresentiamo oltre 40.000 aderenti e sostenitori che hanno a cuore il futuro del Paese.
La Rete chiede alle Istituzioni di: “Riconoscere che l’istruzione è un diritto fondamentale ed essenziale che deve pertanto rimanere svincolato dall’automatismo delle ‘zone a colori’. Le Istituzioni si devono adoperare per mettere in atto rapidamente tutte le misure necessarie allo svolgimento delle lezioni in sicurezza e in presenza per ogni ordine e grado di istruzione. La scuola deve essere l’ultimo luogo a chiudere in caso di picco di contagi, non il primo. Non si possono avere centri commerciali aperti e scuole chiuse. Rigettare l’uso prolungato e indiscriminato della Didattica a Distanza come strumento di insegnamento in quanto inefficace, svilente per gli insegnanti, discriminatorio per gli studenti provenienti da famiglie fragili e lesivo nei confronti degli alunni con disabilità o difficoltà di apprendimento. Ricordare che la tutela della salute della comunità non si esaurisce nella battaglia al Covid-19, ma deve necessariamente includere la difesa della salute psicofisica, oggi gravemente minacciata in bambini e adolescenti”.