ROMA: DELLE FOGLIE (SIR), LA CAPITALE “MERITA UN SINDACO CHE L‘AMI”
“Quella di Ignazio Marino, il chirurgo prestato alla politica, è forse solo una pagina stinta e consumata dell’antipolitica. Quella, per intenderci, che si è sviluppata in questi anni all’interno del partito di maggioranza relativa, attraverso il meccanismo delle primarie che ha catapultato alcuni uomini sulla scena pubblica. Ma con alterne fortune a latitudini diverse”. Lo scrive il direttore del Sir, Domenico Delle Foglie, in una nota pubblicata all’indomani delle dimissioni di Ignazio Marino da sindaco di Roma.
“Di recente abbiamo ascoltato una frase molto significativa pronunciata e condivisa da alcuni romani ‘eccellentissimi’: ‘Roma ha bisogno di un sindaco che l’ami’. Giusto – aggiunge Delle Foglie -, dovrebbe essere così in ogni città e sino all’ultima contrada del nostro Paese. Ma è anche vero che spesso la politica (di qualunque colore) ha scelto uomini di seconda o terza fila. O per lo meno (è il caso recente di Roma) non è riuscita a proporre una personalità dall’indiscusso profilo amministrativo, capace di governare secondo un progetto di Città Capitale e non sull’onda del pur giustificato moralismo giustizialista. Se si ripartirà con lo stesso piede sbagliato, l’insuccesso sarà assicurato. Di sicuro, il futuro di Roma merita un dibattito pubblico ampio e articolato”.
“Una Capitale – aggiunge Delle Foglie – ha bisogno disperato di una classe dirigente figlia della migliore politica, capace di interpretare un progetto di futuro, di non farsi dettare l’ordine del giorno né dai poteri forti né dalla piazza manovrata, di tagliare i ponti con il malaffare, di alzare la guardia senza perciò paralizzare la normale attività amministrativa, di ripulire e scrostare la macchina burocratica, di scegliere il personale con l’accuratezza che merita un servizio pubblico, di avere piena consapevolezza del proprio ruolo guida in un territorio baciato dalla cultura e dalla bellezza”. La Capitale, precisa Delle Foglie, “ricordi sempre di avere una missione storica, quella di porta d’ingresso alla sede della cristianità”: “Non serve piaggeria, Papa Francesco giustamente la detesta, ma semplice rispetto per le donne e gli uomini di fede che a Roma vengono per pregare. Come pellegrini per il Giubileo, come è accaduto nei secoli che abbiamo alle spalle. Semplice? Niente affatto. Semplicemente dovuto”. “E giusto per essere chiari – conclude il direttore del Sir -, ne va della faccia di tutti noi italiani, non solo dei romani. Se il successo dell’Expo di Milano ci onora tutti, un disastro nell’accoglienza per il Giubileo di Roma ci infangherebbe tutti”. (Agensir)