PAPA: DOVE È NEL NOSTRO CUORE IL FRATELLO AFFAMATO, MALATO E CARCERATO?
“Dov’è tuo fratello?” è la domanda “scomoda” che Dio ha rivolto nella Genesi a Caino, e che oggi rivolge anche a tutti noi. Questa la riflessione di Papa Francesco durante la Santa Messa che ha celebrato questa mattina a Casa Santa Marta. A riportarlo è Vatican News.
Il pensiero del Papa nasce dalla vicenda di Caino e Abele, proposta dalla Prima Lettura della Liturgia di oggi (Gen 4,1-15.25). Una Lettura in cui Dio rivolge a Caino una “domanda imbarazzante”, scomoda. Come sono scomode le domande che rivolge Gesù, chiedendo a Pietro “Mi Ami?”, o ai discepoli “La gente cosa dice di me” e “Ma voi, cosa dite?”. La domanda di Dio a Caino è scomoda, a cui noi “conosciamo tante risposte: ma, è la sua vita, io la rispetto, me ne lavo le mani. Io non mi immischio nella vita altrui”. Così, secondo Francesco, “rispondiamo un po’ con principi generici che non dicono niente ma dicono tutto, tutto quello che c’è nel cuore”.
“Il Signore – continua il Pontefice – a me domanda ‘dov’è tuo fratello?’, e mettere il nome dei fratelli che il Signore nomina nel capitolo 25 di Matteo: l’ammalato, l’affamato, l’assetato, quello che non ha vestiti, quel fratellino piccolino che non può andare a scuola, il drogato, il carcerato, dov’è? Dov’è tuo fratello nel tuo cuore? C’è posto per questa gente nel nostro cuore? O noi parliamo, sì, della gente, scarichiamo un po’ la coscienza dando un’elemosina”. “Siamo abituati – sottolinea ancora – a dare delle risposte di compromesso, risposte per scappare dal problema, per non vedere il problema, per non toccare il problema”.
Francesco, in conclusione, cita la domanda che Dio rivolge ad Adamo, dopo il peccato: “Adamo, dove sei?”. “E Adamo – conclude il Papa – si nascose di vergogna, di paura. Magari noi sentissimo questa vergogna. Dov’è tuo fratello? Dove sei? In quale mondo vivi, che non te ne accorgi di queste cose, di queste sofferenze, di questi dolori? Dov’è tuo fratello? Dove sei? Non nasconderti dalla realtà. Rispondere apertamente, con lealtà, con gioia anzi, a queste due domande del Signore”.