OGGI E’ LA 52MA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI CONTRO FAKE NEWS
“Fake news e giornalismo di pace”, è questo il tema, scelto da papa Francesco, della 52ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che si celebra oggi, domenica 13 maggio.
La Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2018 ha il suo fulcro proprio nelle parole del Vnagelo di Giovanni, 8,32: “La verità vi farà liberi”. Il tema centrale del Messaggio di Papa Francesco punta sulla necessità di sapere discernere e di rifiutare le fake news, le notizie false che vengono diffuse appositamente per orientare l’opinione pubblica.
Nel messaggio rilasciato da Papa Francesco per la giornata, si legge che “la comunicazione umana è una modalità essenziale per vivere la comunione. L’essere umano, immagine e somiglianza del Creatore, è capace di esprimere e condividere il vero, il buono, il bello. È capace di raccontare la propria esperienza e il mondo, e di costruire così la memoria e la comprensione degli eventi. Ma l’uomo, se segue il proprio orgoglioso egoismo, può fare un uso distorto anche della facoltà di comunicare, come mostrano fin dall’inizio gli episodi biblici di Caino e Abele e della Torre di Babele (cfr Gen 4,1-16; 11,1-9)”.
Le fake news, secondo il Pontefice, sono efficaci grazie “in primo luogo alla loro natura mimetica, cioè alla capacità di apparire plausibili” e per questo sono “lodevoli le iniziative educative che permettono di apprendere come leggere e valutare il contesto comunicativo, insegnando a non essere divulgatori inconsapevoli di disinformazione, ma attori del suo svelamento. Sono altrettanto lodevoli le iniziative istituzionali e giuridiche impegnate nel definire normative volte ad arginare il fenomeno, come anche quelle, intraprese dalle tech e media company, atte a definire nuovi criteri per la verifica delle identità personali che si nascondono dietro ai milioni di profili digitali”.
Anche Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI, chiudendo alla Pontificia Università Lateranense l’incontro dei direttori degli Uffici diocesani delle comunicazioni sociali, ha detto che non sarebbe dispiaciuto se ci fosse “un sussulto d’orgoglio che porti a riscoprire un ruolo di lievito da parte dei credenti, dei media. Si è lievito se ci si propone di spendersi e investire energie per creare relazioni vere e per suscitare domande reali più che dispensare frettolose, compiacenti e compiaciute risposte. Non si è dispensando ‘mi piace’ o ‘like’ a prescindere”.