CURARE I PIU’ FRAGILI, IL MESSAGGIO DI SPERANZA DALL’AMBULATORIO DEL PAPA
Come sempre l’Ambulatorio del Colonnato apre le sue porte a chi non riesce più ad accedere alle cure. Il numero degli utenti è in un aumento. Sono giovani anziani donne bambini. Italiani e non italiani. Accedono alle visite direttamente. Non ci sono filtri né barriere d’ogni genere tra la loro domanda di cura e la nostra risposta, sempre puntuale e personalizzata. Ogni persona viene accolta ascoltata visitata e curata. Tutto gratuitamente. Perché questo dice l’articolo 32 della Costituzione Italiana “garantire cure gratuite agli indigenti”. Purtroppo però questa garanzia costituzionale in Italia non sempre viene rispettata. E cresce di giorno in giorno il numero delle persone che non può più curarsi.
Oggi al Colonnato sono venute 25 persone in meno di tre ore. Nonostante la pioggia e il freddo sono venute a chiedere aiuto. Vivono quasi tutti in strada, in condizioni di vita durissime. Sanno però di avere un riferimento certo: il nostro ambulatorio. Dove verranno sempre accolti, sempre curati. Gratuitamente.
Uno di loro arriva infestato da insetti. Il corpo è una piaga. È italiano. Vive in strada. Lo invitiamo a farsi visitare senza timore. Lo indirizziamo al servizio doccia dell’Elemosineria dove potrà lavarsi e ricevere un cambio del vestiario. Gli diamo i farmaci necessari e lo invitiamo a tornare al controllo. Gli chiedo: Dove dormi? Lui mi sorride – qui intorno, dove capita. In strada- Resto ammutolita. Perché è la strada la vera malattia. E io non ho cure efficaci. Non dovrebbe accadere questo in una città come Roma. Ce ne verrà chiesto conto. È una violenza silenziosa che si consuma ogni giorno tra l’indifferenza generale. Ma ci rende tutti più deboli. Tutti più disumani.
Sono le porte che si aprono ai più deboli gli unici monumenti che accrescono il decoro della nostra città.
E a Roma c’è davvero bisogno di decoro morale e civile. C’è bisogno di porte aperte. Porte civiche che rendano migliori chi le apre e chi le attraversa. Porte per accogliere e incontrarsi. Per ridurre le distanze e rammendare quel tessuto umano di cui tutti abbiamo estremo bisogno.
Lucia Ercoli