COAS MEDICI: “CON NUMERO CHIUSO PER FACOLTÀ MEDICHE CONTINUERÀ LA CARENZA DI PERSONALE NEGLI OSPEDALI”
“Oggi circa 67.000 studenti hanno partecipato ai test d’ammissione ai 9800 posti del corso di Laurea in Medicina e Chirurgia. Poco meno di 1100 posti sono disponibili per il corso di Laurea in Odontoiatria. Anche quest’anno, quindi, si ripete in modo invariato questo arrembaggio alle facoltà mediche pur sapendo che solo uno studente su sette riuscirà a conseguire il diritto d’accesso, e che le necessità italiane di personale medico, quantificabili per i prossimi anni in 15.000/anno, rimarranno del tutto disattese, nonostante l’aumento di circa il 10% del numero di accessi alle facoltà mediche voluto dal neoministro Grillo”.
È quanto dichiara Alessandro Garau, segretario del CoAS Medici Dirigenti.
“Negli anni scorsi – aggiunge Garau – questo contingentamento degli accessi alle facoltà mediche è stata una scelta apparentemente obbligata sia per il contenimento della spesa sia per una iniziale disoccupazione dei laureati in medicina e chirurgia. La rigidità del Sistema Italia e la perdurante necessità di contenere le spese, ha comportato invece l’attuale grave carenza di medici e il mancato incontro tra l’offerta e la domanda di posti di lavoro-medico, con un rilevante numero di medici che preferisce la disoccupazione all’accettazione di incarichi precari e temporanei lontano dalla abituale residenza. Non dobbiamo neppure trascurare che, con l’attuale sistema di selezione degli aspiranti medici, si è andati a ledere sempre più quello che una volta veniva chiamato diritto allo studio, fondamentale per attivare l’ascensore sociale”.
“Mentre gli ospedali si svuotano – conclude Garau – a causa della impossibilità di trovare medici specializzati, a causa dei pensionamenti e delle dimissioni per accettare le offerte delle Case di Cura private sempre più remunerative, e per la paura delle richieste di risarcimento che rendono poco ambiti i posti di lavoro nelle specialità chirurgiche, il Sistema Italia non riesce ancora a cambiare rotta su questi problemi e continua a contingentare, a valori inferiori alle esigenze, il numero di accessi alle facoltà mediche, continuando a costringere chi se lo può permettere ad andare a studiare all’estero”.