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CARCERE DI CIVITAVECCHIA, AGENTE AGGREDITO DA DETENUTO PERCHÈ INFASTIDITO DAL RUMORE DELLE CHIAVI

“Un agente di Polizia Penitenziaria in servizio nella Casa circondariale di Civitavecchia, ieri mattina, stava facendo il suo lavoro, ovvero stava aprendo le celle ai detenuti per consentire loro di recarsi nel cortile dei passeggi.
Ma al rientro nella sua postazione ha subito la vile e proditoria aggressione da parte do un detenuto straniero perché aveva fatto rumore con le chiavi e lo aveva disturbato mentre dormiva.
Allucinante!”. Questa la ricostruzione di Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, del grave episodio di violenza avvenuto ieri nel carcere ‘Giuseppe Passerini’ di via Aurelia Nord.
“Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere! Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni”, prosegue.
Somma evidenzia che “il detenuto, che si era nascosto nel pantalone un rudimentale bastone, ricavato da una sedia, ha preso per il collo l’agente e si è poi barricato in cella minacciando di darle fuoco, tanto che anche gli altri ristretti della Sezione non lo volevano più lì con loro. Per tutta la mattinata si è attivata una fondamentale opera di persuasione e mediazione da parte del personale di Polizia Penitenziaria che, seppur in poche unità, hanno saputo fronteggiare la tensione che montava sempre più ma che ha poi permesso, in tarda mattinata, di farlo retrocedere dalle sue violente e folli intemperanze, assegnandolo poi in un altro Reparto detentivo”.
“Il Sappe esprime la vicinanza al collega aggredito- conclude Somma- ma siamo davvero alla frutta: i detenuti rimangono impuniti rispetto alla loro condotta violenta e fanno quello che si sentono fare, senza temere alcuna conseguenza. Urgono contromisure per prevenire gli atti violenti ai danni dei poliziotti- conclude il sindacalista- lo stato comatoso dei penitenziari non favorisce il trattamento verso altri utenti rispettosi delle regole né tantomeno la sicurezza”. Per Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto: espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, come nel caso del detenuto protagonista delle ore di follia a Civitavecchia, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”. Capece, che esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati dai poliziotti penitenziari del carcere ‘Giuseppe Passerini’ di via Aurelia Nord, mette infine in luce un dato oggettivo nelle continue proteste sindacali: “Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit antiaggressione, guanti antitaglio, telecamere portatili”.

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