VIOLENZA DONNE, OLTRE L’EVENTO PER UN QUOTIDIANO IMPEGNO CONTRO IL FEMMINICIDIO
Oggi il Campidoglio si tinge di rosso, rosso come il sangue delle nove donne uccise nel Lazio nei primi sei mesi del 2013, rosso come quello di tutte le vittime di femminicidio nel mondo: oggi, 25 novembre, si celebra infatti la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne (istituita nel 1999 con una risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU) per dare visibilità ad un dramma di proporzioni mondiali che si consuma perlopiù all’interno delle mura domestiche.
Solo in Italia sono 6,3 milioni le donne tra i 16 ed i 70 anni che hanno subito violenza.
Il Consiglio d’Europa, che ha approvato la Convenzione di Istambul nel 2011, stima che il costo medio annuale della violenza domestica oscilli tra i 20 ed i 60 euro l’anno pro capite in costi diretti, per un totale di 33 miliardi di euro: l’Italia, con i suoi 60 milioni di abitanti, spende circa 2,4 miliardi l’anno.
Se per violenza intendiamo qualsiasi manifestazione lesiva, dallo schiaffo all’uccisione, allora possiamo contare come nel 2012 più di un milione di donne abbiano subito molestie e siano stati agiti 26 comportamenti violenti al minuto, circa 14 milioni in un anno.
Intervita Onlus, l’ONG che da oltre dieci anni difende i diritti dei bambini e delle donne, ha effettuato la prima indagine nazionale sui costi economici e sociali subiti dalla collettività a seguito della violenza sulle donne, patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e titolata “Quanto costa il silenzio”, che è stata presentata alla Casa del Cinema il 21 novembre scorso.
Dati in parte presuntivi poiché solo il 7,2% delle donne denuncia all’Autorità Giudiziaria le violenze e circa il 34% delle stesse non si confida neppure con le persone più intime, per una sorta di paralizzante vergogna sociale .
La violenza domestica costa ogni anno 17 miliardi di euro tra costi sanitari e sociali, ripartiti come segue:
costi sanitari 460,4 milioni di euro
costi psicologici 158,7 milioni di euro
farmaci 44,5 milioni di euro
costi per ordine pubblico (denunce, investigazioni e trasmissione fascicoli all’autorita giudiziaria) 235,7 milioni di euro
costi giudiziari (gestione denunce) 421,3 milioni di euro
spese legali per procedimenti civili e penali 289,9 milioni di euro
centri antiviolenza 7,8 milioni di euro
quantificazione in costi umani e di sofferenza (calcolo basato sul parametro del risarcimento danni in caso di incidenti stradali) che riguarda l’impatto sulle relazioni e le conseguenze dei traumi subiti 14,3 miliardi di euro
mancata produttività 604,1 milioni di euro
A proposito della ricaduta sulla produttività Marco Chiesara, presidente Intervita Onlus, dichiara che “dopo la violenza molte donne perdono il lavoro, pertanto crediamo sia necessario intervenire per tutelare, sostenere e promuovere il reinserimento lavorativo ed il mantenimento delle donne che hanno subito violenze”.
A fronte di questi enormi costi a carico della società vengono spesi soltanto 6,3 milioni di euro in materia di prevenzione e sensibilizzazione e dunque è necessaria una strategia politica efficace che affianchi e sostenga tali attività, che debbono essere ulteriormente implementate come la Convenzione di Istambul richiede.
In Italia la mobilitazione per affrontare la piaga mondiale della violenza passa quest’anno anche attraverso il Ministero del Lavoro, che ha predisposto una guida alle norme contro la violenza sulle donne da distribuire sui luoghi di lavoro, e attraverso gli Ordini professionali, primo tra tutti l’Ordine dei Medici che a Roma ha organizzato una giornata di studio dal titolo “le ferite nascoste delle donne” per lanciare il progetto Viola, campagna di sensibilizzazione per 30.000 medici di base.
La Capitale tutta la giornata sarà animata dalle associazioni femminili con flash mob, sfilate di moda, rassegne fotografiche e spettacoli teatrali: nella sezione di massima sicurezza del carcere di Rebibbia le detenute metteranno in scena “Didone, una storia sospesa”, mentre al Teatro Valle verrà interpretata “Finchè morte non ci separi”, storia di due donne uccise dai rispettivi compagni.
Anche il cinema si mobilita per denunciare come spesso il rischio per le donne si annidi proprio nei luoghi più intimi e ad opera dei partners, come nel film “La moglie del poliziotto”di P.Groning, che verrrà presentato stasera in anteprima romana.
Tutto si tinge di rosso il 25 novembre, ma non basta una giornata a coprirne altre 364.
La Convenzione di Istambul potrà essere attuata realmente solo se i 29 Stati firmatari vareranno leggi di attuazione destinate a coprire finanziariamente gli interventi di prevenzione e sostegno alle vittime di violenza e a predisporre tutte le misure necessarie alla promozione di cambiamenti nei comportamenti socioaffettivi di uomini e donne: non è una guerra dei sessi che si deve portare avanti bensì un cambio di passo nella mentalità e nel substrato culturale che parta dall’infanzia e che induca alla consapevolezza che amore e morte non coincidono, che il rispetto genera rispetto, che apparteniamo all’altro nella misura in cui abbiamo la libertà di deciderlo e che l’amore non si compra e non si vende..ma è solo l’inizio.
Daniela Pieri