VICTOR FADLUN NUOVO PRESIDENTE DELLA COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA
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Victor Fadlun è il nuovo presidente della Comunità ebraica di Roma. Come leader della lista Dor Va Dor, che lo scorso 19 giugno era risultata la più votata con oltre il 37% delle preferenze, è stato eletto dal consiglio della comunità che si è riunito ieri sera, ma ha accettato con riserva in attesa della composizione della giunta.
Nato a Roma il 3 agosto 1973, Fadlun ha frequentato le scuole ebraiche dalla prima elementare fino alla maturità scientifica, conseguita nel 1992. Da ragazzo ha frequentato il movimento giovanile Bnei Akivà. Dopo il liceo, nel 1997 si è laureato in Economia e Commercio alla Luiss. Ha poi lavorato come manager in vari settori, dal finanziario al real estate. Ha sempre partecipato con entusiasmo alla vita ebraica romana e italiana. Lettore vorace, è un appassionato cultore dell’arte e della buona cucina. “Serve essere uniti per fronteggiare le emergenze e le sfide che si presentano oggi alla nostra comunità” ha affermato nel discorso al consiglio dopo la votazione.
“È un grande onore per me essere stato scelto come presidente della Comunità ebraica romana – le sue parole -. È un onore, ma è anche una grande responsabilità, che assumo davanti a tutti gli iscritti”. Il presidente in pectore, espressione della lista che rappresenta la parte più trasversale della comunità, tra cui i tripolini, ha lanciato un appello all'”unione e la coesione”. “Credo che su questo – ha detto – non possano esserci divisioni. Per questo vorrei che la cifra della mia presidenza fosse l’unità. E per questo, considerando l’unità e la coesione necessarie per governare come io intendo governare, con abnegazione e efficienza, accetto questa nomina, ma con riserva. Verificherò nei prossimi giorni che vi siano davvero le condizioni per un governo condiviso, in cui nessuno possa sentirsi escluso o relegato in un rigido ruolo d’opposizione. Specialmente chi ha governato finora e non può credersi o sentirsi estraneo alle vicende di istituzioni a noi molto care”.
Samuele Paolo Ferrara