VIAGGIO DELLA MEMORIA: TESTIMONIARE L’ORRORE DELLA SHOAH PER COMBATTERE RAZZISMO E ANTISEMITISMO
Un momento di confronto fra le generazioni, per ricordare la tragedia dell’Olocausto e combattere le radici del razzismo e dell’antisemitismo. Questo lo scopo del viaggio nei luoghi della memoria che ogni anno coinvolge numerosi studenti delle scuole superiori della Regione Lazio. Quest’anno, il programma è stato allargato per la prima volta anche ad Amburgo, oltre Cracovia (Ghetto Nazista creato dai tedeschi nel marzo del 1941 e del quartiere ebraico “Kazimierz”), e ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. Nella città tedesca, presso il campo di Neuengamme, 20 bambini persero la vita dopo essere stati sottoposti ad esperimenti medici.
Iniziato il 4 novembre, il viaggio è stato organizzato in collaborazione con la Comunità Ebraica di Roma e con la Fondazione Museo, con la partecipazione di 29 Istituti scolastici per un totale di 155 tra studenti e docenti. Gli studenti e le studentesse sono stati accompagnati dal sindaco di Roma Virginia Raggi, insieme ai sopravvissuti ai campi di concentramento Sami Modiano e Tatiana Bucci, allo storico Marcello Pezzetti, all’Assessora alla Persona, Scuola e Comunità Solidale di Roma Capitale Laura Baldassarre, alla presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, al presidente della Fondazione Museo Shoah Mario Venezia e a una delegazione della SS Lazio. Il viaggio rientra nell’ambito di una serie di iniziative nel corso di tutto l’anno scolastico, per quanto riguarda la parte dedicata al tema “Storia e Memoria”. Fra questi, anche il progetto “Roma ricorda, leggi razziali, Shoah, Resistenza, liberazione”, che prevede l’incontro diretto dei ragazzi con i testimoni.
“Ciò che distingue – spiega Dureghello – questi viaggi dalle altre iniziative per il ricordo della Shoah è che si sceglie di abbandonare la propria quotidianità per dedicarsi completamente al dovere della memoria. Quando si visitano quei luoghi si è coinvolti a pieno: non si tratta più di ascoltare e immaginare, ma si è lì con il cuore e con la testa. Camminando per Auschwitz si dà una forma concreta e reale alla storia. Visitare i luoghi dell’orrore rende la Shoah indubitabile anche per il più scettico e il dovere di raccontare più urgente. Il nostro impegno è rivolto anche in questa direzione: combattere il negazionismo in ogni sua forma”.
“Come Fondazione riteniamo i viaggi della memoria uno strumento fondamentale per comunicare con i giovani – sottolinea Mario Venezia – Attraverso una esperienza diretta nei luoghi dell’orrore i ragazzi possono comprendere appieno a cosa possano portare il razzismo e l’antiebraismo. Questo sforzo per mantenere viva la memoria tra i ragazzi è centrale per la Fondazione, che si rivolge a loro anche attraverso altre iniziative, come l’Alternanza scuola lavoro, le visite guidate per le classi alla nostra sede museale e la sempre maggiore attenzione alla comunicazione attraverso i social media”.
Maddalena Tomassini