USURA A ROMA CRESCE INSIEME ALLA CRISI
In questi giorni la cronaca ha riportato la notizia di un giovane padre della periferia romana che ha avuto il coraggio di denunciare gli strozzini ai quali aveva chiesto in prestito 1400 euro, gente che aveva cominciato a minacciarlo e a perseguitare la sua famiglia per ottenere la liquidazione del debito con interessi giornalieri di 50 euro.
Cosa fa più notizia, il taglieggiamento o il coraggio di denunciare? Dall’impostazione degli articoli sui quotidiani è sembrata avere più evidenza la seconda ipotesi, perchè di questi tempi il coraggio è una virtù rara e la politica dello struzzo continua ad imperare permettendo al crimine di avanzare indisturbato.
L’usura, fenomeno dovuto al sovraindebitamento tipico di tutte le civiltà consumistiche ma anche alla crisi economica ormai galoppante da qualche anno, è pratica consolidata anche nella nostra città, basti pensare che dalle 1078 persone che si erano rivolte agli sportelli antiusura nel 2010 siamo passati nel 2012 a circa il 10% in più e certamente questi sono i numeri della punta di un icerberg di ben altre proporzioni.
Secondo le statistiche le donne sono più esposte al rischio di cadere in trappola rispetto agli uomini (51% contro 49%) e le categorie rappresentate sono i separati/divorziati ( 1 su 4 ), il 6% ha meno di 32 anni , il 57% è tra i 33 ed i 58 anni e non sono necessariamente disoccupati ma piuttosto persone che con il loro lavoro non riescono ad arrivare a fine mese.
La più alta percentuale di usura si rileva ad Ostia, dove anche la popolazione anziana è interessata dal fenomeno e cade preda di strozzini spesso per risolvere problemi di salute.
A Roma dal 1996 opera l’Ambulatorio Antiusura Onlus che fornisce assistenza psicologica, legale e finanziaria alle vittime di usura, la stessa Associazione che nel 2012 ha sottoscritto un protocollo con Istituzioni e Banche per agevolare un accesso al credito che sostenga attività commerciali impedendone la chiusura o il ricorso a quelli che un tempo a Roma si chiamavano”cravattari”, non a caso.
Dal 2010 anche Roma Capitale ha attivato una rete di sportelli nei Municipi Prati,Centocelle,Ostia, Trastevere, Boccea, e Appio-Tuscolano che offrono consulenze ed assistenza, ma finchè non si spezzerà il muro dell’omertà, finchè i Servizi Sociali non saranno veramente disponibili all’ ascolto, finchè consentiremo che questa città sia abitata da cittadini invisibili alle Istituzioni e visibili soltanto alla criminalità che vive sulle sofferenze altrui non avremo ottenuto molto.
La mancata denuncia degli usurai non è tanto per la paura di ritorsioni e violenze quanto per il timore che non ci sia altra strada da battere per risolvere almeno nell’immediato i propri problemi…una strada senza via d’uscita.
Questo vuol dire che le Istituzioni non hanno peso, che non offrono sicurezza nè accoglienza ai propri cittadini in difficoltà e che la criminalità avrà sempre potere perchè, paradossalmente, offre protezione e soluzioni..e ben conosciamo questo ”altro Stato” che non si riesce a sradicare dalle aree più povere del nostro Sud .
La guerra alla criminalità cittadina va combattuta seriamente e la lotta alla nuova povertà va fatta senza proclami ma con azioni pratiche e diversificando le necessità dei vari municipi, studiando la popolazione residente e monitorandone i bisogni primari…si deve vivere la realtà dei quartieri e creare aggregazione partendo dal territorio per ottenere risultati stabili.
Quel giovane padre disperato non pensava certo di finire sui giornali per un atto dovuto, ma ci si è ritrovato perché la normalità oggi è merce rara … il mondo funziona alla rovescia, dovremmo pensare ad invertire la rotta e al più presto.
Daniela Pieri