SUL CASO ORLANDI INTERVIENE IL FRATELLO, “SENTO CHE POTREBBE ESSERE NEL CIMITERO TETUTONICO”
“Ma io spero e penso – ha aggiunto Pietro Orlandi – che le indagini saranno ad ampio raggio, perché noi nell’istanza che abbiamo presentato non abbiamo chiesto solo l’apertura di quella tomba ma abbiamo chiesto anche una serie di indagini legate alle incongruenze che ci sono state in tutti questi anni. E mi riferisco anche alle inchieste fatte dalla magistratura italiana. Situazioni strane che non sono mai state approfondite e che in qualche modo hanno coinvolto la Santa Sede; come ad esempio la famosa trattativa portata avanti dal magistrato Giancarlo Capaldo all’interno del Vaticano qualche anno fa. Non credo che l’indagine interna al Vaticano sia stata finalmente aperta per volere di Papa Francesco perché con lui il muro di gomma si è alzato più di prima. Se poi il Pontefice possa aver avuto un cambiamento negli ultimi giorni, questo non lo so. Io finché non vedo il corpo di mia sorella, sento il dovere di cercarla viva, però come sensazione mia, da fratello, sento che c’è qualcosa in più questa volta in merito a quella tomba nel cimitero teutonico vaticano rispetto alle segnalazioni del passato. Ripeto, perché le segnalazioni che abbiamo ricevuto nell’ultimo anno e mezzo, sono tutte interne alla Santa Sede; e non possono non essere arrivate anche ai vertici del Vaticano. Altrimenti – ha concluso Pietro Orlandi- l’autorizzazione all’apertura di un’indagine interna non sarebbe partita dal Segretato di Stato Pietro Parolin. Altrimenti il Tribunale vaticano e la Gerdarmeria non si sarebbero mossi. Lo stesso cardinal Tarcisio Bertone si è detto disponibile a essere ascoltato dalla magistratura vaticana per far luce sulla scomparsa di Emanuela Orlandi”.