SPORT, I GIOVANI SONO A RISCHIO DI DOPING NON CONSAPEVOLE
Sport non fa sempre rima con salute: numerosi giovani utilizzano sostanze per migliorare le loro prestazioni, mettendo a rischio il loro benessere. È l’allarme lanciato dall’Associazione Medici Endocrinologi (AME), in occasione del convegno “Ormoni, metabolismo e sport”, che si terrà domani a Verona, promosso in collaborazione on il CONI e la Federazione Medico Sportiva. Al centro della discussione, la relazione biunivoca fra ormoni e sport, e i rischi rappresentati dall’utilizzo “fai-da-te” di sostanze per migliorare le prestazioni.
“Dall’ultimo report del Ministero della Salute – si legge nella nota di AME – dei controlli effettuati nel 2017 su giovani e sport amatoriali emerge che non c’è sport che sfugga al doping inteso come uso di un farmaco o di una pratica medica non a scopo terapeutico ma per migliorare il rendimento psicofisico. Sempre il Ministero rileva che le sostanze più utilizzate sono gli agenti anabolizzanti (48,3%), stimolanti (17,2%), corticosteroidi (8,6%) e diuretici e agenti mascheranti (8,6%)”. Si tratta quindi di ormoni utilizzati come “aiutini”, e che a livello dilettantistico – senza la guida di uno staff medico – possono comportare numerosi rischi.
“Quando si parla di sport – spiega Paolo Cannas, medico sportivo – ci si riferisce ad un complesso sistema di valori in cui l’emulazione verso l’atleta o la squadra amata gioca un ruolo molto importante. L’emulazione si manifesta nei modi più diversi: dal possesso della maglietta, il cappellino, i gadget, l’attrezzatura sportiva, ma anche nell’imitare i tempi e i modi degli allenamenti professionali, fino all’assunzione di sostanze che possano migliorare le prestazioni. L’’aiutino’ serve a confermare ai soggetti che vi ricorrono l’implicita giovinezza rappresentata dalle prestazioni da campioni a cui evidentemente l’atleta sente, quasi come un imperativo, di dover arrivare”.
“L’Italia – commenta Cannas – è il secondo Paese al mondo per i casi di doping a livello olimpico, come dichiarato dal numero uno del Coni Giovanni Malagò, e con un mercato italiano dei prodotti dopanti che arriva a 537 milioni di euro il doping si sta allargando anche nel settore giovanile e degli sport amatoriali ma, mentre nel settore professionistico i controlli sono d’obbligo e vengono effettuati, nell’ambito amatoriale/giovanile e soprattutto nelle palestre i controlli sono più difficili per la vastità delle realtà coinvolte. L’acquisto on line di prodotti dopanti è molto semplice e viene facilitato, ad esempio, presentando gli anabolizzanti (ormoni) come anabolizzanti naturali al fine di far cadere qualsiasi cautela nell’acquisto: in alcuni casi, presumibilmente nei più giovani, c’è chi si dopa non avendone neppure la consapevolezza”.
Per Vincenzo Toscano, presidente dell’AME, è “indispensabile far comprendere a chi fa sport, soprattutto ai ragazzi, che il sistema endocrino è un complesso e delicato equilibrio dove il fai-da-te è molto pericoloso.
(Foto: Ansa)