SOLIDARIETA’: PAPA FRANCESCO A LAMPEDUSA TRA I RIFUGIATI
La prima uscita di Papa Bergoglio dal Vaticano è per raggiungere Lampedusa, mosso da “quella spina nel cuore che porta sofferenza per la morte di tanti migranti” con l’intento di “risvegliare le coscienze affinché ciò non accada più”.
Lampedusa è la porta d’ingresso in Europa per chi viene dalle coste africane, una piccola isola di 9 Km a soli 170 km. dalla Tunisia .
Nei primi sei mesi del 2013 8400 migranti vi sono sbarcati (il doppio che nel 2012) e il mare ha fatto già 40 vittime :in totale tra il 1994 ed il 2012 sono morte tra le onde del Mediterraneo almeno 6450 persone.
A questi martiri della povertà il Papa ha voluto rendere omaggio lanciando in mare aperto una corona di fiori , dopo essersi imbarcato su una motovedetta scortata dalle barche dei pescatori che a gran voce ripetevano il Suo nome.
Alla celebrazione della Messa nel campo sportivo in località Salina hanno assistito ben 10.000 persone e intanto un’imbarcazione con 162 migranti arrivava sulle coste dell’Isola, nell’infinito pellegrinaggio verso un futuro migliore.
Durante la toccante omelia Papa Francesco ha puntato il dito sui trafficanti che sfruttano la povertà altrui facendone lucroso commercio e su coloro che non aiutando i migranti si rendono complici del loro sfruttamento .
“ Ti chiediamo perdono, Signore – ha detto Bergoglio – per tutti i morti in mare , perdono per l’indifferenza che porta all’anestesia del cuore”.
E ancora insiste il Santo Padre su “ la cultura del benessere che rende gli uomini insensibili alle grida dei fratelli, incapaci di versare lacrime …mentre la globalizzazione dell’indifferenza rende tutti “innominati” come l’Innominato di manzoniana memoria, senza nome e senza volto.”
E parlando spesso a braccio Papa Francesco con voce ferma richiama alla mancanza di responsabilità dei Governanti ma anche dei singoli , che induce all’ipocrisia come nella parabola del Buon Samaritano…”guardiamo il nostro fratello moribondo e pensiamo che compito nostro non è altro che un pensiero di commiserazione – poverino – : noi non siamo colpevoli di nulla, abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna” : viviamo dunque in una “bolla di sapone” al riparo dalle sofferenze altrui.
Durante la S.Messa il Papa ha anche rivolto il Suo pensiero ai “cari immigrati musulmani “ (la maggior parte dei migranti) che da oggi iniziano il digiuno per il Ramadan , augurando loro di trovare una vita dignitosa assieme alle loro famiglie e concludendo con ‘O’ SCIA”, che in lampedusano vuol dire “mio respiro”.
Un viaggio breve e significativo, come significativo l’uso di pastorale e calice realizzati con il legno delle barche dei migranti naufragati ,come il lancio della corona con i colori vaticani lanciata dalla motovedetta della guardia Costiera a sottolineare l’impegno dei nostri uomini del mare, come la spontaneità dei gesti e l’affettività mostrata verso la moltitudine di persone che ha circondato questo Pontefice che sta scuotendo con forza le nostre coscienze.
L’ultimo ringraziamento prima di ripartire è per i Lampedusani, per il loro impegno di cuore e l’esempio di carità e accoglienza…un esempio seguito ancora da troppo pochi.
Daniela Pieri