SOCIALE: SULL’ACT MARINO E CUTINI ANCORA UNA VOLTA IGNORANO LE ASSOCIAZIONI
L’home page del sito di Roma Capitale riporta la chiusura dell’Agenzia per le Tossicodipendenze, facendo riferimento ad una memoria di Giunta del 16 ottobre, anche se non ancora passata alla approvazione dell’Assemblea Capitolina e delle Commissioni.
Tanta solerzia in un’amministrazione che ben poco ha prodotto in questi mesi lascia perplessi, come pure le affermazioni dell’Assessore ale Politiche Sociali e Sussidiarietà Rita Cutini, secondo la quale l’ACT “avrebbe perso il suo ruolo” da cui la necessità di “internalizzare” cioè riassorbire tutte le attività in seno al Dipartimento Politiche Sociali, con un risparmio -sostiene- di 800.000 euro l’anno.
La decisione presa dal Sindaco e dall’Assessore non ha minimamente tenuto conto della richiesta di incontro inoltrata dai responsabili dell’Agenzia, il Presidente Maccaro e il direttore Canu, che di fatto non sono mai stati chiamati a confronto, come sarebbe stato quantomeno doveroso.
L’Agenzia per le Tossicodipendenze, nata nel 1998, apparentemente viene dunque eliminata per motivi di spending rewiew, anche se dalla dirigenza della stessa si fa notare che l’unico risparmio certo sarebbe dato dall’azzeramento del Consiglio d’Amministrazione, per un importo pari a 31.709,68 euro, cifra ben lontana dagli 800.000 euro dei quali parla l’Assessore.
Dal Campidoglio nessuna replica, come è ormai prassi consolidata della nuova amministrazione che procede autonomamente senza confrontarsi con le realtà.
Ci si domanda se l’Assessore Cutini abbia contezza della mole di lavoro svolto finora dall’Agenzia , dell’entità del problema e come abbia intenzione di organizzare l’assistenza ai tossicodipendenti: per il momento non è dato sapere cosa intenda quando afferma che la chiusura “rilancia il settore e non rappresenta un passo indietro”, ma sorge il dubbio che dietro questa “necessità impellente”di azzeramento ci sia qualcosa di più come tornare al monopolio del settore.
Daniela Pieri