Fatti di Roma

SOCIALE; ACLI ROMA: IN 3 ANNI NELLA CAPITALE OLTRE 200 DONNE SONO RIMASTE INVALIDE PER CAUSE DI LAVORO

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Dal 2013 ad oggi nella Capitale oltre 200 donne si sono rivolte al patronato ACLI per chiedere la tutela della propria invalidità contratta in ambito lavorativo (1,87% del campione totale).

E’ questa l’anticipazione dei dati che spiegano le ragioni della tavola rotonda “TORNARE ALLA VITA, TORNARE A LAVORO”promossa dalle Acli di Roma in collaborazione con la Commissione delle Elette di Roma Capitale e il Nucleo Acli-Acea sul tema del sostegno alle donne che riprendono l’attività lavorativa dopo aver terminato un percorso terapeutico per guarire da malattie gravi. L’evento si terrà oggi pomeriggio in Campidoglio.

I dati sono emersi da un campione di 11 mila domande che sono state presentate al Patronato Acli di Roma da parte di donne in età lavorativa (ossia tra i 30 e i 65 anni) riguardanti la tutela della malattia.

Il resto dell’indagine evidenzia come nella Capitale, inoltre, sempre più donne si ammalano e sono costrette a richiedere a lavoro lo status permanente di malattia e le cure assistenziali previste a tutela dell’invalidità sopraggiunta per cause non di origine lavorativa (Invalidità civile, Invalidità erogate dagli enti previdenziali sulla base ai contributi versati).

Una grossa parte (28,05%), infatti, riguarda la consulenza e assistenza (anche in sede di contenzioso sia amministrativo che in giudizio, come del resto anche in tutti gli altri casi) per l’ottenimento di prestazioni economiche temporanee legate allo stato di invalidità oppure malattia, ma anche maternità.

Ben 2145 (19,30%) sono state le istanze presentate per il riconoscimento dello stato di handicap ex L.104/92, mentre 1073 (9,65%) le istanze di permessi mensili e congedi straordinari legati allo stato di handicap.

Del campione selezionato, quasi il 90% (88,68) sono cittadine italiane, solo il restante 11.32% cittadine straniere; il 32,08% ha più di 50 anni, mentre il restante 67,92% ha meno di 50 anni (dai 30 ai 50).

Solo poco più della metà del campione sono donne coniugate (52,34%), quindi poco meno della metà sono donne “sole” (47,66%) (divorziate, separate, vedove, nubili).

“A poco più di un mese dalla Giornata internazionale della donna – dichiara LIDIA BORZÌ, presidente delle ACLI di Roma e provincia – vogliamo porre l’attenzione su un aspetto del grande tema del lavoro che coinvolge l’universo femminile. Sono numeri che nascondono storie di sofferenza spesso associate a solitudine e smarrimento. Una malattia grave che oltre ad avere effetti devastanti nell’ambito lavorativo impatta fortemente anche nella vita di coppia: le probabilità di separazione o divorzio però, sono 7 volte superiori nel caso sia la moglie ad ammalarsi. Circa il 12% delle coppie va incontro a divorzio o separazione se uno dei due coniugi sviluppa un tumore. Ma ben il 21% delle coppie tende a separarsi quando ad ammalarsi è lei. Ecco perché la scelta di affrontare il tema dal punto di vista delle donne per non limitare l’attenzione solo ad una giornata l’anno”.

“Abbiamo messo intorno a un tavolo – conclude BORZÌ – comunità scientifica, istituzioni e società civile e parti sociali perché soltanto da una fattiva collaborazione tra questi è possibile creare una rete a tutto tondo intorno alle persone che vivono un momento di fragilità per farle sentire meno sole e guidarle nell’esigibilità dei propri diritti”.

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