SMANTELLATE SETTE PIAZZE DI SPACCIO A FROSINONE

Maxi operazione antidroga a Frosinone: questa mattina il nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri, su disposizione del Gip del tribunale di Frosinone ha eseguito 22 misure cautelari nel capoluogo di provincia nell’ambito dell’operazione “Seven” per spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, in particolare cocaina e crack. L’operazione ha permesso di smantellare 7 piazze di spaccio a Frosinone, che fruttavano all’associazione criminale quasi mezzo milione di euro al mese.
Nel dettaglio i militari hanno eseguito 22 misure cautelari di cui tre in carcere, 11 ai domiciliari, 7 divieti di dimora e un obbligo di dimora. Le indagini hanno permesso di accertare l’esistenza di sette piazze di spaccio a Frosinone: a via Verdi, via Don Minzoni, viale Grecia, via Casilina Nord, piazza Beata Maria de Mattias, via del Cipresso e corso Francia, gestite da italiani, albanesi e romeni.
Le indagini, iniziate a novembre 2020, hanno consentito il 24 febbraio scorso di arrestare i primi tre soggetti per spaccio di cocaina. Attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali proseguite per tutto il 2021 è stato possibile delineare l’attività delle piazze di spaccio. In particolare è emerso un quadro di tutte le fasi dell’attività illecita: dal reperimento della droga, al rifornimento, al controllo dei possibili blitz delle forze dell’ordine, alla vendita al dettaglio nei “punti vendita” la cui operatività era garantita 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con un incasso medio giornaliero di 15 mila euro e mensile di circa 450 mila euro.
Gli indagati, inoltre, comunicavano solo su canali di comunicazione social (whatsapp, instagram, messenger), e concordavano via via gli incontri con gli acquirenti e prendevo ordini indicando la quantità di droga come “birra”, “bulloni” o “ruote di scorta” che veniva recapitata a domicilio. La platea di assuntori è risultata ampia e variegata, di età comprese tra i 18 e i 50 anni, e proveniente da numerosi comuni della provincia. Uno degli arrestati, tra quelli condotti in carcere, nonostante fosse già in regime di detenzione domiciliare, aveva un ruolo di primo piano nella gestione delle piazze di spaccio di Frosinone, “lavorando da casa” e avvalendosi della collaborazione degli altri fermati oggi.