SCUOLA, LETTERA APERTA DELL’ASSESSORE CATTOI A ROMASOCIALE.COM
Abbiamo ricevuto e pubblichiamo una lettera dall’assessore alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità di Roma Capitale, Alessandra Cattoi. Nei giorni scorsi abbiamo affermato che non c’è stato riscontro da parte sua alla nostra richiesta per un’intervista. L’assessore afferma il contrario e noi non vogliamo aprire una polemica che non serve anche se siamo convinti di quello che abbiamo scritto. Detto questo diamo spazio democraticamente all’assessore che fa chiarezza su quanto circolato sui media sul tema scuola e in particolare sull’esenzione del terzo figlio e sull’aumento delle tasse scolastiche.
Gentile direttore,
le scrivo dopo aver letto le interviste a Emma Ciccarelli e Gianluigi De Palo e soprattutto dopo aver visto che sul suo free press campeggia la mia foto sotto un titolo a caratteri cubitali “Con il Campidoglio non c’è dialogo. Cattoi rifiuta intervista”. Non mi sembra un modo corretto di informare i lettori visto che non ho mai rifiutato alcuna intervista, ma ho semplicemente pregato di attendere il tempo utile perché potessi rilasciare la mia dichiarazione.Addirittura, per questa vicenda mi si accusa di un “comportamento poco democratico”.
Entrando subito nel merito, voglio ricordare che, sulle questioni contestate da “Romasociale”, non vi è una decisione unilaterale mia, della Giunta o del sindaco Ignazio Marino, ma una delibera approvata dall’Assemblea Capitolina, organo di rappresentanza democraticamente eletto dal popolo romano. I temi sollevati, per usare le parole del suo giornale, sono “L’eliminazione dell’esenzione per il terzo figlio e l’aumento delle tasse per la scuola”. Tengo in primo luogo a precisare che non stiamo parlando di alcuna tassa per la scuola, ma di un aumento delle rette degli asili nido, che rientra in una più generale rideterminazione delle tariffe dei servizi a domanda individuale, previste dalla delibera n.45 dell’Assemblea Capitolina approvata il 24 luglio scorso, e consultabile sul Portale di Roma Capitale.
Una rideterminazione inevitabile, per quanto riguarda gli asili nido, visto che le tariffe erano ferme dal 2000. Inevitabile perché le tariffe dei servizi pubblici vanno periodicamente aggiornate in base ai dati Istat. Mi meraviglia piuttosto che questo adeguamento in anni recenti non sia stato mai effettuato, una grave omissione di responsabilità, si sarebbe così ridotto al minimo l’impatto degli aumenti. Tengo a precisare, inoltre, che le tariffe dei nidi di Roma Capitale erano e restano tra le più basse d’Italia e sicuramente le più basse nelle grandi città. Facciamo qualche esempio: secondo i dati forniti da Cittadinanza Attiva sulle tariffe 2013/2014, a Roma i nidi costavano in media 146 euro, a Milano 232, a Napoli 210, a Bologna 349, a Torino 393, a Genova 328, a Palermo 259. Quest’anno a Roma l’aumento è del 10%, i conti sono presto fatti.
Consideriamo poi come è distribuito questo aumento: grava soprattutto sui redditi più alti, mentre è molto contenuto per i più bassi. Il criterio adottato è quello della proporzionalità e della tutela delle fasce più deboli, come previsto dalla nostra Costituzione. Può essere utile fare ancora qualche esempio. Per un reddito Isee di 5.165 euro la tariffa mensile passa da 34,60 a 36,91 euro, per uno di 10.000 da 73,08 a 77,96, per uno di 41.000 da 303,68 a 350,95. Dovendo applicare una ormai inevitabile modifica delle tariffe, così come previsto dalla legge, abbiamo scelto di tutelare il più possibile le famiglie che hanno maggiori difficoltà.
Questa considerazione mi offre infine l’occasione per offrire qualche spunto di riflessione sulla tanto contestata abolizione dell’esenzione per il terzo figlio che, vorrei ricordare, è valida solo per ISEE superiori a 10.000 euro. Anche in questo caso si è scelto di tutelare le fasce più deboli. In nome di quale criterio un reddito molto alto dovrebbe non dovrebbe pagare la quota per l’asilo nido? L’abolizione dell’esenzione si basa su un principio di equità sociale. Non vogliamo fare cassa sulle famiglie, vogliamo solo che ognuno, in base alle proprie possibilità e al proprio reddito, possa contribuire a rendere il servizio degli asili nido a Roma il più efficiente possibile. Ricordo anche che esiste la riduzione del 30% sulla quota complessiva a partire dal secondo figlio frequentante il nido e che, comunque, l’indicatore Isee si abbassa in proporzione al numero dei figli presenti nel nucleo familiare.
In conclusione mi preme sottolineare che tutti i soldi che entreranno nelle casse comunali con la modifica delle tariffe saranno reinvestiti fino all’ultimo centesimo per migliorare un servizio, che è già eccellente, ma che vogliamo rendere ancora più adeguato e accogliente per le bambine e i bambini della nostra città.
Alessandra Cattoi
Assessora alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità di Roma Capitale