SCIOPERO, STUDENTI DAVANTI AL MINISTERO PER PROTESTARE CONTRO MANOVRA, GUERRA E MISURE SCOLASTICHE
Nel giorno dello sciopero generale anche gli studenti scendono in piazza a Roma. E con loro i professori,
tanti, presenti nella coda del corteo. Dopo un presidio al Ministero dell’Istruzione, la manifestazione è partita da piazza Barberini e si è appena conclusa a piazza del Popolo, dove è confluita, come altre, sotto
il grande palco allestito da Cgil e Uil, tra palloncini e bandiere rosse e blu.
“Abbiamo deciso di scendere in piazza in oltre 40 città, da Palermo a Padova, Verona, Taranto e Roma- ha spiegato Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della rete degli studenti medi- per chiedere investimenti nell’istruzione perché nella legge di bilancio l’istruzione e i giovani sono completamente
assenti, anzi si operano piccoli tagli. Ma siamo in piazza anche per chiedere pace e giustizia, un immediato cessate il fuoco e un intervento nazionale per chiedere una tregua umanitaria. E infine siamo ovviamente in piazza anche per il clima e contro un modello di società precaria che parte fin dalle scuole superiori e contro il quale il Governo non sta facendo nulla”.
Il corteo era aperto da uno striscione con la scritta “Non restermo a guardare”. Presenti anche alcune bandiere palestinesi, mischiate tra le tante bandiere rosse con il logo della Cgil.
Un altro corteo si è svolto in Piazza dell’Esquilino, nella giornata dello sciopero e delle manifestazioni contro la manovra. “Scuola, spazi, socialità, ci riprendiamo tutto”. È uno degli slogan che campeggiavano sugli striscioni esposti dagli studenti dei collettivi autorganizzati dei licei romani, dal Tasso al Righi, fino al Virgilio e al Mamiani. La manifestazione, non preavvisata, è stata organizzata e annunciata sui social con l’obiettivo generale di “difendere la scuola”. Tra le richieste degli studenti c’è quella di una maggiore attenzione alla salute mentale con l’apertura di sportelli di ascolto più strutturati, di introdurre un’educazione sessuale e affettiva in una scuola che sia “transfemminista”. Gli studenti hanno chiesto inoltre valutazione e meritocrazia, criticando “l’aziendalizzazione della scuola” e la figura della “preside manager”. Hanno protestato anche contro l’ultima riforma Valditara e il caro vita che coinvolge anche i libri di testo e i fondi stanziati per le armi mentre per gli studenti “non ci sono aiuti”. Alla manifestazione hanno partecipato tra i 600 e i 700 studenti.