SANITA’: A SAN GIOVANNI IN LATERANO CONVEGNO PER LA XXIII GIORNATA MONDIALE PER LA SALUTE MENTALE
In occasione della XXIII Giornata Mondiale per la Salute Mentale si è tenuto un convegno nella prestigiosa cornice della Basilica di San Giovanni in Laterano.
“La scelta della Basilica ha tenuto a sottolineare Monsignor Andrea Manto (direttore del Centro Pastorale per la Salute della Diocesi di Roma) – ha un significato particolare, perchè questa è il cuore pulsante della Chiesa di Roma. S.Giovanni in Laterano è la madre di tutte le chiese dell’Orbe cristiano e la figura di Chiesa Madre che abbraccia ed accoglie è l’immagine di questo convegno”.
A Monsignor Manto, organizzatore dell’evento che ha visto presenti i nomi di spicco della psichiatria romana insieme a politici e alti prelati, abbiamo chiesto l’intento del convegno, che nasce dai lavori del Tavolo per la Promozione e la Tutela della Salute Mentale, istituito presso il Vicariato di Roma: ”Il convegno vuole sottolineare l’importanza della centralità del tema della salute mentale. Vogliamo dare il segnale che insieme possiamo fare qualcosa, anche se le risorse economiche ed umane non sono molte. Non si può prescindere dall’idea di comunità, perchè la frammentazione delle aree metropolitane e dunque l’anonimato, la solitudine e lo sradicamento unite alla crisi economica e alla mancanza di cultura della prevenzione vanno ad impattare sulle fasce deboli della popolazione con esiti difficili da gestire e molto gravi.
Questo sgretolamento coinvolge in primis le giovani generazioni e genera violenza
Si, la violenza è espressione di disagio e di cultura “infraumana”, cioè di quella cultura che non è di accoglienza e rispetto del valore della vita ma di sopraffazione e negazione dell’altro. Per questo la prassi ecclesiale vuole una Chiesa che accolga e metta al servizio della comunità le sue energie per far si che le istituzioni politiche ed il volontariato si parlino e possano costruire una rete attorno alle famiglie ed alle persone che soffrono.”
Quante sono le persone attualmente in cura per disagio psichico a Roma, lo abbiamo chiesto alla dottoressa Daniela Pezzi ( presidente della Consulta Regionale per la Salute Mentale e volontaria della Caritas diocesana): “Attualmente ci sono 32.849 persone in carico ai centri di salute mentale, 3.028 delle quali nella sola RmB. Da precisare che queste rilevazioni non sono state fatte dalla Regione, che non ha dati recenti, ma dalla Consulta in collaborazione con i direttori delle Asl. Lo scenario è inquietante: non c’è omogeneità nelle prestazioni, non si fa prevenzione, mancano ben 767 operatori, circa il 47% in meno rispetto allo standard previsto. Mi auguro che la Regione abbia la stessa sensibilità del Vicariato, perchè rischiamo di distruggere 40 anni di fatiche con questa deriva istituzionale.”
Rita Visini, assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio, ha confermato la difficoltà dei servizi territoriali, soprattutto la mancata applicazione della legge 328 sull’integrazione sociosanitaria: ”Abbiamo un sociale da riorganizzare ed una sanità arroccata e barocca. Bisogna lavorare per avvicinare queste due realtà tenendo presente che al centro di tutto c’è la persona, alla quale noi istituzioni abbiamo il dovere di dare delle risposte. Abbiamo anche il dovere di dare risposte agli operatori, che lavorano in situazione di difficoltà e frustrazione e che necessitano di riqualificazione e nuove integrazioni di personale. Nel Lazio non si attua il piano sociale regionale dal 1999 ed occorre effettuare ricognizioni della domanda per declinare offerte efficaci e coerenti.”
Per far fronte a nuove patologie emergenti e sostenere e potenziare l’assistenza sociosanitaria è stato presentato il progetto di prossima attuazione “Salute mentale per l’area metropolitana di Roma Capitale”, il cui obiettivo è promuovere nuclei di sostegno in grado di intercettare i soggetti fragili ed indirizzarli a strutture adeguate, come ha spiegato il prof. Luigi Janiri, direttore della scuola di specializzazione in psichiatria della Cattolica di Roma.
Monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma, che proprio in questi giorni ha festeggiato i 35 anni di vita, in chiusura di convegno ha voluto stigmatizzare alcuni dei passaggi più importanti da mettere in atto riguardo alla salute mentale: “Chiediamo che cessino il mancato rispetto dei diritti umani e l’esclusione sociale.Chiediamo che i messaggi dei media non evidenzino sempre e soltanto la pericolosità del paziente psichiatrico, ma che ne sottolineino la possibilità di recupero. Chiediamo che venga posta fine a cure disumane e degradanti (contenzione ed elettrochoc) ”
Dal canto suo la Caritas si impegnerà a promuovere la formazione di personale volontario sulla curabilità dei disturbi mentali.
“Non c’è salute senza salute mentale” è stato il pensiero comune dei relatori, pensiero condiviso da tutti coloro che operano nella sanità.
Daniela Pieri