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SANITA’: GARAU (COAS MEDICI), “IMPEGNO LAVORATIVO PER MEDICI DIRIGENTI E’ LOGORANTE, PAUSA E’ ATTO DOVUTO”

medico stanco


“Le norme di legge ed indicazioni ministeriali prescrivono che ogni lavoratore, il cui orario di lavoro superi le 6 ore, effettui una pausa di 10 minuti; queste norme, pur non prevedendo alcuna definizione specifica, sembrano alludere a qualsiasi momento d’inattività, durante dell’intero arco lavorativo giornaliero, con le seguenti precise finalità: il recupero delle energie psichiche e fisiche, la consumazione del pasto, evitare lo stress derivato da mansioni ripetitive e monotone”.

È quanto dichiara Alessandro Garau, segretario del CoAS Medici Dirigenti.

“Questa pausa – continua Garau – però, può essere interpretata in diversi modi: a carico del dipendente (che deve quindi rimanere in servizio 10 minuti oltre l’orario per recuperare i minuti di “pausa”), a carico dell’azienda (che “accetta” che un dipendente si fermi per 10 minuti per una “pausa” dopo sei ore di servizio, ai fini del benessere del dipendente), con l’eliminazione automatica di 10 minuti di lavoro tramite computer. Accettando che la consumazione del pasto avvenga fuori dall’orario di lavoro in tempi e modi documentabili e documentati, è ragionevole considerare che il lavoro del Dirigente Medico non sia sempre prevedibile; la sottrazione di 10 o più minuti in automatico con il computer sembra quindi un assoluto controsenso, rispetto al dichiarato obiettivo del legislatore, invece proprio quest’ultima soluzione è stata adottata in moltissime Aziende Sanitarie italiane”.

“A questo proposito – prosegue Garau – il CoAS Medici ritiene si debba privilegiare l’interpretazione che la pausa minima (quella di 10 minuti) debba essere a carico dell’azienda, che deve anche provvedere all’organizzazione della stessa, prevedendola ed inserendola nei turni di servizio superiori alle sei ore in forma organica. Inoltre, per quanto attiene la legittimità della eliminazione automatica della pausa tramite computer, seppur prevista da accordi aziendali, considerando che il lavoro del Dirigente Medico è imprevedibile, deve ritenersi illegittimo che il tempo dedicato alla pausa, quale diritto del lavoratore, venga scomputata in automatico dopo le prime 6 ore di servizio lavorativo. Tutto ciò affinché appaia che il datore di lavoro ha osservato la legge, ma questo “metodo” finisce per andare a discapito del dipendente”.

“Così facendo – conclude il segretario del CoAS Medici – non è possibile attestare che il Dirigente Medico, in base all’attività svolta, abbia avuto effettivamente la possibilità di usufruire della “pausa”. In altre parole, se la pausa serve al Dirigente per il recupero delle energie psico-fisiche, sottrarla in modo meccanico, senza la verifica della sua concreta fruizione, rappresenta di fatto un controsenso. Si accendono in questo modo anche problemi medico-legali, perché viene considerato assente dal lavoro un dirigente medico che in quel momento è in sala operatoria. È assolutamente impensabile che un dipendente venga considerato tramite computer “fuori orario” per mezz’ora (numerose Aziende Sanitarie del Nord Italia impongono 1/2 ora di “pausa“) senza accertare dove sia in quel momento il Dirigente Medico e quale lavoro stia svolgendo”.

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