Religioni

SAN LUIGI ORIONE PREDISSE A DON TERENZI LA NASCITA SANTUARIO DEL DIVINO AMORE

DON ORIONE


Don Umberto incontrò Don Orione per la prima volta a 29 anni e così ne parla nel suo diario: – Mi ha ascoltato, mi ha benedetto e mi ha detto: “Si lasci condurre secondo la regola di S. Francesco: nulla domandare, nulla rifiutare”. Dà l’idea d’un gran santo: che la sua benedizione mi aiuti”.

E’ uno dei documenti trovati nell’archivio dell’Opera Don Orione a Roma. Una serie di testimonianze scritte del rapporto che legò in maniera speciale San Luigi Orione a Padre Umberto Terenzi fondatore del Santario del Divino Amore.

“Don Orione – scrive ancora Don Terenzi – al principio dell’Opera della Madonna, mi disse tutto quello che sarebbe avvenuto, ma non mi disse il tempo. Un orizzonte vasto di opere ancora più grandiose, anch’esse dette da Don Orione, ma non tutte quella sera. Alcune cose già dette prima, altre dette dopo nei miei lunghi colloqui con lui fino al 1940, fino alla sera della sua morte, 12 marzo. Quanta confidenza con Don Orione! E quanta riconoscenza a Dio. Egli, più che un Padre spirituale, fu per me un profeta che mi prese per mano e mi accompagnò facendomi vedere l’orizzonte da lontano nel cammino del Divino Amore”.

“Racconta Don Terenzi: – Era quello il tempo in cui ricevevo molte pressioni da parte di non pochi amici autorevoli, di autorità per lasciare la vita parrocchiale e dedicarmi alla vita della segreteria di Stato, della diplomazia, ecc., non ne ho avuto mai il minimo desiderio. Per cessare definitivamente questo tentennamento dei Superiori verso la mia povera persona, domandai una sera a Don Orione: vado contro la volontà di Dio rifiutando sempre ai Superiori quello che mi vorrebbero far fare! No, no, lasciate che vadano altri, il vostro destino è al Divino Amore, dove sarete Rettore, sarete Parroco e farete tante opere! E sulla vostra tomba ne nasceranno molte di più di quelle che farete voi, anzi il vero sviluppo delle opere della Madonna del Divino Amore, sarà sulla vostra tomba!”.

“Continua – spiega ancora Don Terezi – mi ha detto, non lasciare la Madonna, sarà la città di Maria il Divino Amore. Segui le norme del cardinale e aspetta che tutto si verificherà. Già dall’altra volta ti ho sconsigliato assolutamente di proporre di affidare ai religiosi il Santuario: il Santuario deve essere Diocesano ed opera del clero romano: un’opera ci starà bene vicina, perché è necessario che il Santuario mantenga un’opera di bene; ma tutto deve dipendere dal Santuario. Non t’impaurire delle lotte, perché ne dovrai avere, essendo un’opera di Dio. Che sante parole! Ave Maria e coraggio!”.

“Nel 1933 Don Orione ripete a Terenzi che il santuario diventerà una cittadella: – “Ho obbiettato: Ma quando? Perché la Madonna tarda tanto? – Ha risposto: presto, molto presto, vedrete quel che sta per succedere al Divino Amore! (questo pensiero me l’ha ripetuto più volte nel colloquio, con molta insistenza). Avrete dei lasciti, farete tutto. Comprate più terreno che potrete, perché vedrete che succederà presto. Voi farete la città della Madonna del Divino Amore. Tra circa quindici anni, sì, ve lo dico, siatene certi, al Divino Amore ci sarà una città come Pompei, e verrà tanta, tanta gente alla Madonna.

Predice la confondatrice dell’opera. “Mi disse – prosegue Terenzi – con tanta vivacità e tanta convinzione, prendendomi per un braccio e stringendomi a sé, davanti all’altare di Pompei: state attento, tramonterà la gloria di Pompei, di Lourdes e di Fatima. E sorgerà per il mondo e per la salvezza del mondo la gloria del Divino Amore! Se lo diceva lui con tanta assicurazione, con tanta fede, era certamente perché vedeva che questo Divino Amore dovrà portare il trionfo di Dio, che il Cuore Immacolato di Maria deve trionfare”.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close